Paura dei positivi?
Sì, però intanto si gioca

Si è giocato anche a Ponte Lambro tra la due uniche nostre squadre d’Eccellenza, Pontelambrese e Mariano. È andato tutto bene

In attesa dei chiarimenti in merito alle disposizioni previste dal protocollo per la ripresa dell’attività dilettantistica da parte di Figc e Ufficio Sport del Governo, diverse squadre comasche sono tornate in campo anche per le prime amichevoli stagionali. Tra dubbi e preoccupazioni legate ai possibili contagi da Covid-19, con tutte le ripercussioni che si avrebbero sull’attività calcistica e soprattutto nella quotidianità – con qualche tesserato che ora teme per ripercussioni sul proprio lavoro -, nel fine settimana non sono mancati i primi allenamenti congiunti o amichevoli che dir si voglia. Ovunque con la massima attenzione al rispetto delle regole di prevenzione. Come ribadito la voglia di tornare a giocare non è tanta, è tantissima.

Tanta però è anche l’incertezza che aleggia tra le società in vista della ripartenza ufficiale: il 13 settembre con le prime gare di coppa e il 27 con la prima giornata dei campionati del post lockdown. Si è giocato anche a Ponte Lambro tra la due uniche nostre squadre d’Eccellenza, Pontelambrese e Mariano. È andato tutto bene, ma la preoccupazione resta alta in attesa di una linea guida chiara che regoli gli eventuali casi di positività all’interno delle squadre, volta alla tutela della salute di tutti ma che allo stesso tempo renda praticabile lo svolgimento della stagione sportiva. «Il problema “positività” c’è ed è serio – commenta Federico Laiso, presidente della Pontelambrese –, ma se dovesse essere affrontato ora come ora (messa in quarantena di tutto il gruppo squadra – ndr) non credo si possa nemmeno pensare di iniziare il campionato». Della stessa idea anche Mauro Bernardi, dg del Mariano: «Sono diversi i punti che vanno chiariti per ripartire veramente. In caso di positività non vedo però alternative all’isolamento del solo contagiato, altrimenti non vedo come si possa disputare la stagione». Laiso e Bernardi ribadiscono poi un concetto importante, che di fatto è un invito: «Ci vuole grande responsabilità da parte di tutti i tesserati, serve una condotta di vita attenta e nel rispetto delle norme dentro e soprattutto fuori dal campo».

Un aspetto che è anche il punto cardine del pensiero del dottor Carlo Tranquilli, coordinatore medico della Lnd, che nel suo articolo sull’ultimo numero di Calcio Illustrato (il mensile della Lnd) sottolinea come per la ripresa dell’attività sportiva serva prima di tutto grande consapevolezza e coscienza individuale: «La scienza dimostra che non dobbiamo avere paura di un allenamento o di una partita in cui rispettiamo alcune semplici regole per ridurre le già basse probabilità di contagio». Al di là dubbi e lacune, una cosa sembra però fondamentale per la ripartenza del calcio dilettanti: uno stile di vita sobrio e rispettoso delle regole tutti i giorni, sere comprese.n 

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