Il diario del cronista comasco: «A Kiev non ci sono solo bombe»

Il libro Nello Scavo, inviato di Avvenire in Ucraina, ha pubblicato con Garzanti un diario in presa diretta. Mercoledì alle 20.30 lo presenterà alla Sala Bianca del Sociale

L’incipit è folgorante: «Un biglietto di sola andata è garanzia di guai e buone storie. Ma non del ritorno. In tasca, insieme al passaporto, ho una copia dell’assicurazione stipulata dal mio giornale per l’intero 2022. C’è scritto: “Spese mediche (comprese le spese ospedaliere) illimitate”. E poi, con uguale puntiglio: “Compreso il rimborso delle spese per il rimpatrio del cadavere in caso di decesso”».

Sfogli Kiev, il libro-diario che Nello Scavo, cronista e inviato di guerra di Avvenire, ha scritto sulle prime tre settimane dell’invasione russa in Ucraina, e ti ritrovi catapultato tra i sapori, gli odori, i rumori, le paure tipiche della guerra. Una testimonianza scritta mentre i fatti accadevano: «Non esistono parole giuste per raccontare una guerra - scrive Nello Scavo - Ma di certo esiste il modo migliore: in presa diretta».

Umanità e cronaca

Origini siciliane, l’inviato di Avvenire da decenni vive a Como. Ha girato il mondo per raccontare i conflitti più sanguinosi: da Sarajevo a Kiev, passando per Aleppo, Tripoli, Bagdad e decine di altri luoghi segnati dalla ferocia umana. Ad aprile Garzanti ha pubblicato il suo “instant book” sull’aggressione putiniana all’Ucraina.

La fuga verso la casa dell’ambasciatore: come in un romanzo di John Le Carré

Il racconto di Nello Scavo è lo sguardo che solo un cronista appassionato di un mestiere che è vita, prima ancora che professione, sa restituire a chi cerca risposte, storie, notizie per comprendere le bombe, i missili, le distruzioni, le stragi. Sfogli le pagine del suo diario e ti senti a volte in un romanzo di John Le Carré (come quando racconta della fuga sua e di altri cronisti italiani dall’hotel di Kiev verso la residenza dell’ambasciatore italiano, o come quando ancora descrive le distruzione di documenti top secret nel camino della casa dello stesso ambasciatore) altre in una delle storie narrate da Tiziano Terzani (altra penna sensibilissima, ahinoi scomparsa, del giornalismo nostrano).

Nello Scavo non ci prova neppure a fingere di non aver paura. Non cerca di nascondere le fragilità e i dubbi di chi, ancorché cronista di guerra esperto, si ritrova ogni volta catapultato in uno scenario inedito, incerto e soprattutto pericolosissimo. Ed è questa capacità di non celare la propria umanità a fare di Kiev un tassello prezioso per chi ama informarci e capire.

La musica del pianoforte sotto le bombe

Tra le storie dei civili - le vere vittime del conflitto - e analisi di geopolitica (per cercare di non perdere di vista il quadro complessivo di un evento destinato a segnare la storia europea) Nello Scavo sa anche cogliere immagini inedite, ma capaci di raccontare l’altro lato della guerra: quello di chi aiuta, di chi tenta di salvare gli altri, di chi non si arrende all’orrore e scava nel proprio animo per riscoprire la vera forza della vita. Esemplare, in tal senso, il racconto dell’ambasciatore ucraino che si mette al piano mentre fuori cadono le bombe: «Pier Francesco Zazo (...) si siede al pianoforte. E suona. Libertango di Astor Piazzolla, e poi Bach, malinconico ma vivo. È così che ci sentiamo, ma ci voleva la musica per ricordarci che siamo ancora qui. Bach ci dice che siamo vivi, e dobbiamo crederci, altrimenti non serve neanche essere qui per un mestiere che amiamo come la cera ama la fiamma che la consuma. Saranno stati un paio di minuti, forse meno (...). “La diplomazia senza armi è come la musica senza strumenti”, diceva il re prussiano Federico il Grande. E per fortuna a Kiev non abbiamo sentito solo le bombe».

Mercoledì 18 maggio in Sala Bianca del Sociale

Diogene, assieme al Centro per i servizi al volontariato dell’Insubria e con il patrocinio del Teatro Sociale e della libreria Ubik, ha organizzato per domani sera (mercoledì 18 maggio) un incontro pubblico per parlare della guerra in Ucraina e per parlare proprio con Nello Scavo del suo libro.

L’appuntamento è per le 20.30 nella Sala Bianca del Teatro Sociale, in piazza Verdi a Como. Nello Scavo dialogherà con il coordinatore di Diogene, Paolo Moretti. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.

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