Accoltellò a morte il rivale
Mozzate, non fu omicidio

I giudici di Milano ribaltano la sentenza di primo grado: la vittima uccisa per eccesso di legittima difesa. A Como aveva preso dieci anni, ora pena inferiore ai tre anni. L’accusa aveva chiesto la conferma della condanna

Non voleva ucciderlo. Ma ha esagerato nel difendersi. Colpo di scena al processo d’Appello per la morte di Lorenzo Borsani, accoltellato nell’agosto di due anni fa durante una lite all’esterno della casa dell’ex moglie. L’uomo, che a Como era stato riconosciuto colpevole di omicidio volontario e condannato a 10 anni, a Milano si è visto cambiare accusa e pena. Secondo i giudici di secondo grado fu un eccesso colposo di legittima difesa e lo hanno così condannato a 2 anni e 8 mesi, più 6 mesi di arresto per il porto del coltello.

Flavio Briancesco, 52 anni di Locate Varesino, era stato arrestato dai carabinieri poche ore dopo la lite finita in tragedia, il 6 agosto 2020. Un delitto avvenuto a Mozzate, all’esterno dell’abitazione dell’ex moglie della vittima.

L’imputato, quel giorno d’estate, si era recato in via Turati a casa di Alexandra Rodriguez Bernardo, ex moglie della vittima nonché amica della compagna dello stesso Briancesco, per cercare di aggiustare la lavatrice della donna.

Attorno alle 18, uscendo di casa, aveva trovato le gomme della sua Mercedes Classe A bucate. Aveva chiesto ad alcuni ragazzi cosa fosse successo, e mentre parlava con loro nella via era arrivata da Fiat Panda guidata da Borsani.

I due, che si conoscevano, avevano iniziato a discutere, in particolare la vittima, appena scesa dall’auto, aveva iniziato a inveire: «Cosa ci fai a casa mia? Io ti ammazzo...». L’omicida aveva confessato quel giorno stesso, davanti al pubblico ministero Antonio Nalesso, di essersi spaventato. E fin da subito aveva detto: «Non volevo ucciderlo, solo interrompere l’aggressione».

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