Dopo i cinghiali, spuntano i cervi: «Causano danni anche peggiori»

Olgiatese Si susseguono gli allarmi dopo una serie di “incontri ravvicinati” degli automobilisti. Il sindaco di Binago Pagani: «Capaci di distruggere le coltivazioni, vanno portati nelle riserve»

Cervi dopo i cinghiali, si rischia una nuova emergenza.

Spia di una presenza in sensibile crescita l’avvistamento, nei giorni scorsi, di due cervi sulla Lomazzo – Bizzarone. Una donna che si stava recando al lavoro in Svizzera, alle 5.15, si è vista sbucare sulla provinciale due cervi. E’ riuscita a fermarsi in tempo, prima di impattare contro i due ungulati e fare male a se stessa, a eventuali altri automobilisti e agli animali. Non è che l’ultimo episodio di una serie di incontri ravvicinati con cervi. A metà settembre a Binago, sulla provinciale per Venegono in località Cassinazza, una femmina adulta di cervo, gravida, era stata centrata in pieno e uccisa sul colpo da un’auto, mentre si era salvato il cervo che era con lei.

Sempre più presenti

In pianura i cervi non hanno la densità di popolazione della montagna, ma sono sempre più presenti. Rispetto alla montagna, il problema della penetrazione dei cervi in pianura è legato alla forte antropizzazione e alla viabilità. Il che li rende un pericolo per la pubblica incolumità, oltre che fonte di danni per l’agricoltura.

«Se alcuni tipi di animali sono sempre più presenti anche nelle nostre zone è perché non riusciamo a tutelare l’habitat di montagna in modo adeguato – osserva il sindaco Simone Moretti– E’ in crescita il numero di cervi che si sposta alla ricerca di nuovi territori e che, quando incontra un bosco esteso e ricco di risorse alimentari, trova condizioni favorevoli per stabilirsi. Considerato che sono in aumento gli avvistamenti di cervi anche al di fuori delle aree boschive, dovremo tenere alta l’attenzione anche su questi ungulati che, oltre a provocare danni all’agricoltura, costituiscono un pericolo per la pubblica incolumità in caso di incidenti stradali».

Un problema da non sottovalutare. «Sono animali selvatici nei confronti dei quali dobbiamo trovare un equilibrio – aggiunge Moretti – Non essendoci il predatore naturale e credo che nessuno voglia fuori dalla porta di casa un lupo, un orso o una lince, è un presenza che va gestita prima che diventi una emergenza come quella dei cinghiali. Visto che siamo all’inizio, non si ripeta l’errore fatto con il problema cinghiali di cui si era cominciato a parlare nel 2017 e a fine 2022 non è stato ancora risolto».

«Bisogna intervenire»

Allerta già lanciata da tempo da Alberto Pagani, sindaco di Binago e imprenditore agricolo: «I cervi ormai si sono insediati nel nostro territorio e cominciano a diventare numerosi. Quando gli incidenti con cervi iniziano a essere frequenti significa che ce ne sono già troppi. I cervi fanno grossi danni alle coltivazioni e, se saltano su un’auto in transito, possono esserci conseguenze molto serie per le persone considerato che in media pesano tra i 250 e 300 chilogrammi. Lasciarli liberi di girare sul territorio è un atto di incoscienza».

«Se la lezione dei cinghiali insegnasse qualcosa, si dovrebbe cominciare già ora a fare i prelievi. Nessuno vuole distruggere queste specie, ma metterle in riserve dove possano essere accudite e controllate. Se anche con i cervi chi di competenza non è purtroppo lungimirante e lascia correre come già fatto con i cinghiali, tra poco anche questa diventerà di sicuro una emergenza».

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