Lo scandalo bar al Sant’Anna
«Abbiamo torto, ci scusiamo»

Il dirigente della società proprietaria delle aree. «Spiace per pazienti e lavoratori. Finiremo a novembre». E il dirigente del Sant’Anna Salvatore Gioia: «Presto una soluzione»

Chi ha sbagliato? Com’è possibile che il bar dell’ospedale sia chiuso dal primo agosto senza certezze sui tempi per la riapertura? E perché hanno inaugurato il nuovo spazio, il 7 settembre scorso, scoprendo solo qualche ora dopo che le carte non erano in regola? Abbiamo rivolto le domande alla società Progetto Nuovo Sant’Anna, nella persona del direttore gestionale Enrico Inverno, colui che ha seguito e sta seguendo la procedura burocratica. Poche parole, quelle di Inverno, che ammette tuttavia le responsabilità dell’azienda: «Siamo dalla parte del torto - dice, contattato ieri telefonicamente - Ci scusiamo, ci dispiace per i pazienti, i lavoratori e le imprese. Adesso stiamo lavorando e abbiamo ricevuto la massima collaborazione da tutti gli enti preposti: il Suap (sportello attività produttive), i Vigili del fuoco, l’Asl».

Non dice, Inverno, quanto dovremo attendere ancora: «A breve il Suap riceverà la pratica completa. Per il resto, confermo le informazioni già date dalla società». Società che aveva parlato di una conclusione dell’iter - e di questa assurda storia - «entro novembre». C’è il rischio, insomma, di restare con un ospedale senza bar per altri 40 giorni.

Sulla questione è intervenuto anche il Sant’Anna, tramite Salvatore Gioia, direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera Sant’Anna, che spiega che anche i vertici dell’ospedale si sono resi parte attiva per monitorare la situazione e fare in modo che il percorso verso la riapertura del bar e dei nuovi negozi marci nella giusta direzione. «Registriamo con un certo sollievo che questa vicenda dovrebbe presto risolversi: a breve dovrebbe arrivare la deroga per la riapertura, un passaggio necessario viste le dimensioni dell’area commerciale»

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