Malore in un cantiere: nonostante i soccorsi, non ce l’ha fatta l’operaio egiziano

Colverde Uno dei geometri presenti gli ha praticato il massaggio cardiaco, l’uomo è poi stato trasportato in elisoccorso ma a nulla sono serviti gli interventi dei medici

Una mattina triste quella di ieri a Gironico, un malore, la corsa disperata per salvarlo e poi la resa, l’operaio che lavorava al cantiere di via San Lazzaro non ce l’ha fatta.

Tutto è iniziato verso le 9 quando Abdel Baki, un signore di 59 anni di origine egiziana, è arrivato al cantiere di via San Lazzaro, dove la Guffanti A. spa, dopo aver demolito un capannone, sta costruendo una quarantina di abitazioni in tre edifici plurifamiliari, una parte in uno stabile più grande e altre unità abitative di fronte alla palazzina più grande. La zona è proprio accanto al centro sportivo di via San Lazzaro e dietro l’ex municipio di Gironico, in pieno centro paese, insomma.

Quando arriva Baki non sta bene, lo si capisce immediatamente, non inizia nemmeno a lavorare, aveva da fare delle finiture in una palazzina. Uno dei geometri chiama subito i soccorsi e vedendo che il problema è serio inizia a fare il massaggio cardiaco. La situazione è gravissima, tanto che arriva l’elisoccorso che atterra proprio nel vicino campo sportivo, dove c’è anche a disposizione un defibrillatore semiautomatico.

La corsa contro il tempo incomincia, insieme all’elisoccorso arriva anche un’ambulanza dell’Sos Olgiate. Gli operatori fanno di tutto e alle 9.43 l’elisoccorso riparte. Baki viene portato in codice rosso all’ospedale Sant’Anna, ma poco più tardi i suoi compagni di lavoro e coloro che orbitano nella zona del cantiere vengono a sapere che non ce l’ha fatta. Nel pomeriggio di ieri in cantiere c’era chi lavorava, con la tristezza nel cuore, perché tutti si sono preoccupati, spaventati e rattristati per il malore che ha portato via quel bravo muratore.

«Pare sia stato un infarto – dice il sindaco Gianni Frangi – ho visto che i soccorritori hanno restituito il defibrillatore che c’era lì vicino. Purtroppo pare che non ce l’abbia fatta. Dispiace».

Nell’azienda di costruzioni Guffanti si conosceva bene Abdel Baki che lavorava per una delle ditte costruttrici: «Non abitava qui in zona, ma lo abbiamo avuto per tanti anni con noi in cantiere – dicono dalla Guffanti – veniva tutti i giorni da Milano con il treno fino a Lomazzo, un bravissimo muratore e altrettanto brava persona, sempre disponibile, ascoltava ed era attento a collaborare con geometri e tecnici. Una disgrazia, chi era in cantiere e i soccorritori hanno fatto il possibile per salvarlo. Ci dispiace molto».

Molto silenzio nel cantiere che va avanti, con il pensiero di chi lavora rivolto a Baki. Poche ore prima, l’hanno visto arrivare, prepararsi per un’altra giornata di lavoro. Poi, la tragica fatalità.

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