Ca’ d’Industria ora riapre ai parenti
Incontri a distanza e su appuntamento

Sono 298 gli ospiti negativi e 39 quelli positivi curati nelle quattro sedi - Il presidente Beccalli: «L’obiettivo è tornare a incontrarsi, garantendo però la sicurezza»

Dalla prossima settimana la Ca’ d’Industria apre alle visite dei parenti, aumentano i guariti e si torna, cautamente, alla normalità.

Oggi la Rsa che gestisce quattro strutture per la terza età in città con circa 340 ospiti in una riunione metterà nero su bianco le modalità di incontro tra i parenti stretti e gli anziani presenti nelle case di riposo. Entro la settimana la comunicazione alle famiglie e poi l’atteso via libera. Ma con molte precauzioni e regole per scongiurare nuovi contagi.

Anzitutto le visite saranno solo previo appuntamento, si potranno salutare i propri cari da debita distanza, con la mascherina e all’aperto.

È da inizio marzo che le residenze per la terza età sono completamente chiuse al pubblico e i parenti vivono con fatica e apprensione questa lontananza. «Stiamo individuando dei luoghi sicuri – spiega Gianmarco Beccalli, il presidente Ca’ d’Industria – mai all’interno e per ora senza potersi toccare e abbracciare. A villa Celesia c’è un cancello che può fare al caso, in via Brambilla l’accesso al centro diurno, anche a Rebbio c’è uno spazio esterno che è adatto come pure a Le Camelie. L’obiettivo è finalmente rivedersi, pur dovendo come ovvio responsabilmente tutelare la salute di tutti e dunque adottando le giuste misure preventive. Ma con qualche passo di separazione e la mascherina sul viso la sicurezza è garantita».

L’incontro non vale per chi ancora non sta bene o peggio per chi versa in condizioni critiche.

L’esito degli ultimi tamponi effettuati in tutte le sedi della Ca’ d’Industria pubblicati dalla Fondazione a fine maggio racconta di 449 letti, di cui 337 occupati. Sono 298 gli ospiti negativi e 41 i positivi, di cui 39 presenti nelle residenze. I casi interessati da coronavirus sono quasi tutti, 32, concentrati a Le Camelie, 7 sono in via Brambilla, mentre via Varesina e villa Celesia (in quest’ultimo caso anche per via dei trasferimenti tra le strutture) sono a zero casi. Tra gli operatori sanitari, 363 quelli testati, i negativi sono 326, 7 i positivi non comunque sul posto di lavoro e 20 i dipendenti guariti. È proprio il dato degli ospiti guariti che, rispetto ai difficili mesi precedenti, regala un segnale di speranze.

«I nuovi dati ci danno speranze che il peggio sia passato - comunica alle famiglie la Fondazione con una nota - e che dentro le mura delle nostre case la situazione, un poco alla volta, possa tornare alla normalità. Alla data odierna contiamo, infatti, ben 13 anziani guariti, di cui 5 in via Brambilla e 8 a Le Camelie. Due dei guariti, oggi ospitati presso Le Camelie, nei prossimi giorni potranno tornare, finalmente, a Villa Celesia».

Occorre ricordare che nel pieno dell’epidemia le Rsa hanno pagato un prezzo altissimo. Sono 74 i decessi contati nelle quattro strutture cittadine dal 1 marzo, buona parte, anche se non tutti, per il contagio. Di questi 51 a Le Camelie, 5 a villa Celesia, 9 in via Brambilla e altrettanti in via Varesina. Nello stesso periodo del 2018 erano stati 19 i decessi, 23 nel 2019.

Alle Giuseppine gli incontri, dal balcone al cortile, sono già iniziati. Il don Guanella invece ci sta pensando, ma per ora preferisce ancora tenere le porte chiuse.

© RIPRODUZIONE RISERVATA