Como: «Influenza, obbligo
di vaccino ai sanitari. Troppi si rifiutano»

Aderisce il 15-20%, è troppo poco in epoca Covid. Il direttore sanitario del Valduce: «Devono farlo tutti». Banfi (Asst): «Non si può imporre ma è raccomandato»

L’antinfluenzale obbligatorio per medici e infermieri?

Quest’anno con il Covid ancora in circolazione la campagna vaccinale contro la influenza sarà doppiamente importante. Per aiutare i dottori a fare la diagnosi, per migliorare screening e tracciamenti, per non sovraffollare i pronto soccorsi nel caso arrivi una nuova ondata epidemica. Si comincerà a fine ottobre dagli anziani, dai pazienti fragili e dagli operatori sanitari. Tra medici e infermieri però la copertura è in genere piuttosto scarsa, tra il 15 e il 20%. «Confermo, io infatti sono per l’obbligatorietà – dice Claudio Zanon, direttore sanitario del Valduce – pochi operatori sanitari storicamente si vaccinano. Dovesse arrivare a novembre un’influenza cattiva con il Covid ancora da gestire sarebbe un guaio. Primo perché anche medici e infermieri a contatto con i pazienti potrebbero diffonderla. E poi perché se medici e infermieri restano a letto o peggio vengono ricoverati durante l’epidemia chi la cura poi la gente?».

Le opinioni

«Non abbiamo la possibilità di imporre l’obbligo – spiega Fabio Banfi, il direttore generale dell’Asst Lariana - ma raccomanderemo fortemente a tutti i dipendenti di sottoporsi alla vaccinazione. La vaccinazione è un atto di responsabilità sociale verso la comunità».

La vaccinazione è caldamente consigliata, ma in Lombardia non è obbligatoria. «Io mi vaccino ogni anno e sono un forte sostenitore dell’antinfluenzale e dei vaccini in generale – dice Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei medici di Como – Sono un presidio irrinunciabile. Con l’antinfluenzale non abbiamo mai raggiunto il target: almeno quota 70% sugli over 65. Bisogna lavorarci, quest’anno con l’epidemia la popolazione è più sensibile, tanti assistiti lo domandano già. Speriamo che la Regione faccia in fretta come promesso così da aiutarci a difendere già da fine ottobre i cittadini». Sul possibile obbligo preferisce glissare.

I dati dell’anno scorso

Nel 2019 la campagna vaccinale ha coperto il 14% dell’intera popolazione comasca. Che è un buon risultato rispetto all’anno precedente e rispetto ad altre vicine province. Ma è ancora scarso soprattutto tra i bambini, i giovani e i lavoratori. Ats Insubria fa sapere che nella scorsa campagna in provincia sono stati vaccinati 88mila comaschi, di questi 75mila vaccinazioni hanno raggiunto gli over 65, circa il 51% degli anziani comaschi. Al di sotto invece sono stati vaccinati 13mila comaschi, quindi circa il 3% della popolazione. L’Ats Insubria non fornisce invece un riscontro relativo solto alla categoria degli operatori sanitari.

«Diciamo che l’antinfluenzale non copre la maggioranza dei medici – nota Giancarlo Grisetti, segretario per Como della Federazione medici di medicina generale – questo però è un anno speciale. Serve se non l’obbligo, al quale io non sono contrario, almeno un caldissimo invito. I sanitari che si sottopongono al vaccino potrebbero, a garanzia degli assistiti, esporre e mostrare il proprio certificato. Così da incentivare i colleghi a fare lo stesso».

«Non sappiamo se tornerà una nuova ondata – dice Dario Cremonesi presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Como – Nel dubbio è meglio proteggere noi e i nostri pazienti. Se tutti i sanitari si vaccinano contro l’influenza tanto di guadagnato».

E la Regione che intenzioni ha? Dall’assessorato al Welfare per il momento spiegano che sul tema è in corso una valutazione circa alcune indicazioni da dare per la campagna vaccinale ormai alle porte.

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