Como: Vaccini anti Covid
ecco il maxi piano
Spata sarà il primo

Domenica al Sant’Anna 50 dosi per medici e infermieri. Gallera: «Iniziamo simbolicamente un lungo percorso». Da gennaio 20mila comaschi, di cui 5mila ospiti in Rsa

Sarà Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei Medici comasco, a ricevere domenica mattina al Sant’Anna il primo vaccino anti-Covid somministrato in provincia di Como.

Con Spata verranno vaccinati, in questa prima, attesissima giornata, altri 49 fra medici, infermieri, assistenti, volontari del soccorso i primi ad essere difesi dal virus. Si tratta di una giornata simbolica, organizzata in contemporanea in tutte le province della nostra regione, in Italia come in Europa.

«Percorso lungo»

In Lombardia 1.620 dosi partiranno al mattino dall’ospedale Niguarda di Milano e raggiungeranno 14 siti in undici province. Da Alzano a Bergamo, dall’ospedale di Circolo di Varese al San Gerardo di Monza, passando dal Pio albergo Trivulzio di Milano. Verranno vaccinati anche alcuni volti noti come Massimo Galli e Fabrizio Pregliasco, incaricati di portare un messaggio di speranza e di sicurezza.

«Inizia così simbolicamente un percorso che sarà comunque lungo e faticoso» ha commentato l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. Poi da gennaio il nostro territorio attende l’arrivo di dosi sufficienti per coprire circa 20mila comaschi. Il primo target restano i sanitari, gli ospedalieri, ma anche i medici di base, gli amministrativi della sanità, i soccorritori. Serviranno una o due settimane, i presidi di riferimento dove verranno conservate nei freezer le dosi sono il Sant’Anna (9622 dosi attese), il Sant’Antonio Abate di Cantù (5403) e l’ospedale di Menaggio (4170). Dalla terza settimana da qui partiranno in un raggio massimo pari a sessanta minuti di tragitto dei furgoni con i congelatori per raggiungere le Rsa. Stando ai numeri forniti ieri dalla Regione sono coinvolti in questa prima fase 16.460 operatori sanitari comaschi e 5.132 ospiti delle Rsa. Non sarà una campagna semplice, ha spiegato il manager individuato dalla Regione Giacomo Lucchini. Intanto perché bisogna fare il richiamo del vaccino dopo 21 giorni, la finestra disponibile va da 19 a 23 giorni. E poi perché il vaccino Pfizer si conserva in freezer a -70 gradi. Le dosi congelate restano conservate fino a sei mesi nei grandi freezer, fino a 30 giorni nelle borse apposite con oltre venti chili di ghiaccio secco e fino a cinque giorni in un normale frigo.

Ogni fiala contiene cinque dosi, dopo lo scongelamento bisogna diluirle entro due ore e somministrarle entro sei, pena il decadimento del vaccino. Per ora, assicurano i vertici della Regione, il territorio lombardo ha tutti gli strumenti necessari.

Adesione all’80%

L’adesione alla prima fase della campagna secondo Gallera è molto alta, bisogna ancora raccogliere i consensi informati, ma per ora sanitari ed Rsa hanno dato disponibilità all’80%. Sulla seconda fase invece non ci sono ancora numeri e date certe. L’ultimo cronoprogramma governativo stimava di iniziare a vaccinare da marzo la popolazione fragile e anziana, gli over 70. Dipenderà però da quali altri vaccini nel frattempo verranno approvati e quale sarà la loro modalità di somministrazione. Il vaccino Moderna per esempio non necessita di temperature così rigide per la conservazione.
S. Bac.

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