Dormitorio votato e mai realizzato
Como da anni in attesa di risposte

Da tempo si susseguono polemiche sulle soluzioni al problema dei senzatetto. Nel 2018 stop a via Regina, a giugno al tendone in via Sirtori. E l’ipotesi via Cadorna è ferma

La tragedia che ieri mattina ha scosso la città e l’ha privata di una figura straordinaria come don Roberto, nasce in un contesto problematico e di lunga durata.

Da diversi anni ormai si sono susseguite polemiche, mozioni, soluzioni proposte e poi sfumate, richieste di aiuto e proteste: hanno così caratterizzato la drammatica situazione dei senzatetto a Como.

Tante tensioni

La tensione e la difficoltà a trovare soluzioni comuni si erano respirate fin dall’epoca dell’emergenza migranti, con il campo di via Regina che fu fatto poi chiudere due anni fa nonostante la petizione del settembre 2018 presentata dalle realtà sociali comasche. Erano state 7.019 le persone assistite in 24 mesi, con anche più di 300 ospitate nei cinquanta container.

Poi la chiusura del tendone di Emergenza freddo in via Sirtori all’inizio di giugno con oltre 70 persone che si trovavano ancora senza un tetto. Era risuonata la promessa di aprirne uno in via Cadorna, ma di fatto niente si è mosso. Questo anche se un anno fa il consiglio comunale aveva detto ok a un nuovo dormitorio. Il malumore però si era respirato ben presto anche tra i residenti e i commercianti della zona: un gruppo di abitanti si era così rivolto agli stessi consiglieri comunali manifestando tutta la preoccupazione per la convivenza con un’eventuale struttura adibita a questo scopo.

L’emergenza nel frattempo è andata avanti, anzi è appunto divampata con più forza dopo lo stop a via Sirtori, con i portici dell’ex chiesa di San Francesco che erano tornati a ospitare i senza dimora. Una situazione sotto gli occhi di tutti: quegli spazi ancora una volta unico rifugio per un numero crescente di disperati.

Ancora due settimane fa il vescovo Oscar Cantoni nella sua omelia per la festa di Sant’Abbondio ha cercato di richiamare l’attenzione sul problema: «Finché nella nostra città uomini e donne vivranno nelle tenebre della solitudine, del degrado, dell’ingiustizia, senza una fissa dimora, significa che la luce non ha ancora invaso le nostre scelte». risposta si è rivelata la proposta di posizionare una grande grata per impedire l’accesso al portico di San Francesco: è arrivata con una mozione firmata da tutti i consiglieri della Lega.

Divisioni anche in maggioranza

Ancora proteste, con la voce di Cgil, Cisl e Uil che si è levata contro questa eventualità. Ma anche all’interno della maggioranza le divisioni sono molte.

Insomma, una situazione che si trascina da tanto, troppo tempo, con un unico raggio di luce in questo buio: gli sforzi quotidiani di donne e uomini di buona volontà, che hanno cercato di portare aiuto e sollievo a questi emarginati.

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