Due casi di varianti indiana e peruviana
Uno dei due pazienti era già vaccinato

Identificati i primi due casi in provincia - Riguardano una donna che rientrava dal Sud America e un sanitario che era già stato vaccinato e che si è “negativizzato” senza accusare sintomi

La variante indiana “Delta” è sbarcata a Como, così come quella peruviana è sbarcata in provincia (un caso rilevato). Ecco perché vaccinarsi diventa ancora più importante.

L’unica vera grande incognita della pandemia, messa alle corde dall’estate e dalla campagna vaccinale, riguarda la diffusione di nuove varianti più trasmissibili e resistenti al vaccino.

In altri Paesi del mondo la variante indiana e la variante peruviana hanno dimostrato di diffondersi più rapidamente riuscendo almeno in parte a scalfire la copertura vaccinale. E per la prima volta entrambe sono state anche tracciate in provincia di Como. Nessun allarme particolare: i soggetti infetti stanno bene e non hanno contagiato altre persone.

Un primo caso riferito dall’Ats Insubria riguarda un sanitario vaccinato e controllato ciclicamente in ospedale, il secondo ha coinvolto una signora peruviana non vaccinata in arrivo in un paese della provincia isolata dalla figlia e dalla nipote.

«Il soggetto interessato dalla variante Delta non è già più positivo – spiega il direttore sanitario dell’Ats Insubria Giuseppe Catanoso –. Gli ospedalieri vengono spesso controllati e una positività poi sequenziata con variante indiana è scomparsa nel giro di pochi giorni senza sintomi. Il sanitario in questione era vaccinato. La nostra ipotesi è che la persona sia sì entrata in contatto con il virus, ma che le difese anticorpali siano riuscite ad arginare la replicazione e ad evitare la malattia». Insomma il vaccino ha vinto sulla variante. «L’altro caso riguarda una signora peruviana di rientro dal paese d’origine – spiega Elena Tettamanzi, epidemiologa dell’Ats – fatto il tampone tramite l’Asst Lariana si è capito che non era interessata dalla più diffusa variante inglese e dunque è stato fatto un approfondimento nei laboratori di Varese. Identificata la variante peruviana Lambda la donna è stata isolata presso il domicilio della figlia e della nipote in provincia di Como».

La donna non era vaccinata, non è stata ricoverata, ha avuto solo qualche sintomo blando, come la mancanza di olfatto. Figlia e nipote sono risultate negative. Fino a metà giugno nel Comasco queste due varianti non erano mai state osservate. Ora la Regione non a caso ha imposto di sequenziare tutti i campioni in maniera sistematica per tenere monitorate le varianti.

La variante inglese e le altre

Dall’inizio della pandemia a Como ormai il 79,3% del virus tracciato ha la variante inglese che qui si è diffusa in fretta a partire dallo scorso mese di dicembre, il 12% è del ceppo cinese, un 7,6% sono varianti non definite.

Nel restante 1,1% ci sono le altre varianti, tra cui la nigeriana e la brasiliana. Se si guarda al solo mese di giugno il 65% del virus in circolazione ha la variante inglese, un 17,5% è l’originale di Wuhan, mentre nel restante 17,5% occorre sommare le varianti non note, la variante brasiliana e appunto la variane Delta e la variante Lambda. Anche a livello regionale la variante indiana Lambda in poche settimane è passata da uno zero virgola a oltre il 3%. «Ma la vaccinazione funziona ed è necessaria – ribatte Catanoso – anche chi è vaccinato può entrare in contatto con un virus che circola e muta, ma gli anticorpi creati grazie al vaccino sono in grado di confinare e respingere l’infezione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA