Il lago batte in ritirata
Ma sul controllo dei livelli
soltanto chiacchiere

Rischio di danni, senza che nessuno faccia nulla, nonostante i proclami di un intervento diretto su uno dei temi più cari al territorio

C’è il lago sporco, pessimo biglietto da visita. E poi c’è il livello del lago che batte in ritirata, con annesso corollario di danni, senza che nessuno faccia nulla, nonostante i proclami di un intervento diretto su uno dei temi più cari al territorio.

«Questo Patto, che riunisce 29 soggetti pubblici e privati, servirà per dar corso tutti insieme a misure concrete per il nostro lago». Il 19 giugno 2018 in una Villa Erba gremita come non mai, veniva sottoscritto il Patto per il lago di Como con il presidente dell’Autorità di Bacino, Luigi Lusardi, che al nostro giornale confermava: «Quella per il livello del lago sarà la madre di tutte le battaglie». Ironia della sorte, cento (o poco più) giorni più tardi, il lago avrebbe toccato il suo minimo storico del 2018, rimasto ad oggi ancora imbattuto: meno 33,5 sotto lo zero idrometrico. E almeno sino a ieri, 1° gennaio 2020, il Consorzio dell’Adda ha potuto gestire in beata solitudine le sorti relative al livello del lago, nonostante le proteste vibranti di sindaci e amministratori dei Comuni rivieraschi per i repentini saliscendi delle acque, con annesso corollario di danni.

Difficilmente potrà accadere qualcosa da qui ai prossimi mesi, anche perché come riportato dal nostro giornale nessun primo cittadino del lago siederà - da qui al prossimo triennio - nel Consiglio di Amministrazione del Consorzio dell’Adda. Tutto questo a meno di un intervento a gamba tesa della politica, che ad oggi pare essersi tenuta alla larga - a tutti i livelli - da questo spinoso argomento. Basta consultare il sito ufficiale del Consorzio per sincerarsi del fatto che il nuovo Cda resterà in carica con un presidente facente funzioni e con un totale di quattro membri - incluso il presidente facente funzioni - nominati due dagli “Utenti Irrigui” e due dagli “Utenti industriali”. Desolatamente vuota la casella del presidente, espressione diretta del ministero dell’Ambiente, con la nomina in essere ad oggi congelata.

E dire che sempre durante la firma del Patto, il presidente dell’Autorità di Bacino aveva affermato, in modo perentorio, che «il territorio avrebbe dovuto avere più voce in capitolo, attraverso un rappresentante del Cda del Consorzio dell’Adda». Nel frattempo, mentre tutti aspettano il lento incedere degli eventi, il lago continua a salire e scendere a seconda del meteo e delle necessità «di chi sta a monte e di chi sta a valle», per dirla con l’ex sindaco di Cremia, Guido Dell’Era. Nelle ultime quarantotto ore il livello del lago ha lasciato sul campo quasi 7 centimetri, attestandosi ieri pomeriggio a quota 64,9 centimetri sopra lo zero idrometrico. Avanti di questo passo a fine gennaio ci ritroveremo con la consueta distesa di sassi e pietrisco nella quasi totalità delle rive e con i muri a secco messi nuovamente a durissima prova. L’ennesima beffa di una storia infinita.

© RIPRODUZIONE RISERVATA