Influenza, i vaccini sono arrivati
Ma i medici devono comprarsi gli aghi

Medici pronti a somministrare le prime dosi tra mille difficoltà: «Non basteranno per tutti i pazienti» - Coro unanime: «Serviva un’organizzazione migliore»

Tre quarti dei vaccini antinfluenzali disponibili sono adesso nelle mani dei medici che possono davvero iniziare a lavorare.

Tra ritardi, forniture a scaglioni, rinvii e aghi mancanti la campagna vaccinale secondo i camici bianchi è stata comunque un vero strazio. «Io ne ho ricevuti due terzi di quelli promessi - spiega Gianluigi Spata, il presidente dell’Ordine dei medici -. Finalmente direi. Soddisfatti? No, speravamo in un’organizzazione migliore. Adesso faremo la conta per capire quanti pazienti potremo davvero vaccinare».

Tanti medici hanno spostato gli appuntamenti e modificato i calendari in corsa. «Sono arrivati ieri, non so quanti - conferma Marzio Gusmaroli, medico di Albate -, passo ora in farmacia. Salvo le poche decine arrivate a inizio mese. Dato l’annuncio delle dosi avevamo fissato le sedute, ma le abbiamo spostate in blocco di una settimana». I dottori sono stati per settimane tempestati di chiamate, richieste, lamentele. I telefoni continuano ancora a squillare.

«Non bastano le dosi, ma attendiamo ancora una parte importante delle forniture – dice la dottoressa Giuseppa Milea –. Quantomeno con questi vaccini possiamo iniziare, partendo dai più fragili». I medici devono raggiungere gli over 65. «Sì, però mancano gli aghi ed è una barzelletta – commenta il collega Paolo Iaria -. L’altra sera sono corso in farmacia a comprarli. E comunque con queste dosi non potrò somministrare il vaccino a tutti i pazienti che me lo chiederanno».

«Diciamo che se arriva nelle prossime settimane anche l’ultima tranche, allora arriveremo a poter vaccinare tra il 70 e l’80% circa degli anziani aventi diritto - aggiunge il medico Mario Francesco Stumpo -. una percentuale alta rispetto al passato. Quanto al 20-30% mancante, tutti pazienti che di solito non si vaccinano, ecco, non so se quest’anno, spinti dalla paura, busseranno alla porta».

I medici hanno ricevuto tra fine ottobre e inizio novembre 20, 30 dosi e ancora altre 20 dosi in diverse settimane, sono partiti dai malati allettati. Ora con un terzo della fornitura vogliono vaccinare la fetta preponderante degli anziani, poi con l’ultimo terzo entro i primi di dicembre, faranno i rimanenti. Non basta, comunque, per tutti. «Aspettiamo l’ultima fornitura - conferma Maria Teresa Cocchiara – e iniziamo con pazienza a fare il nostro lavoro».

Per effettuare le vaccinazioni, il Comune di Como ha messo a disposizione le ex circoscrizioni di Lora, Albate e Sagnino. In centro diversi medici hanno chiesto senza troppo successo alle strutture pubbliche, alla caserma, alle parrocchie, per concentrare anche solo all’aperto le sedute. La categoria non si è sentita troppo aiutata.

«L’arrivo dei vaccini è stato di sicuro a singhiozzo - racconta il medico Roberto Crovasce -. Contenti non possiamo essere, è stato un caos bello e buono, diciamo la verità. Non bastasse gli elenchi non sono aggiornati, ci sono pensionati e anziani non compresi nel target. Spero di ricevere nelle prossime settimane tutte le forniture e di avere dosi per circa il 70% degli aventi diritto. Vorrà dire però che a tre assistiti su dieci dovrò dire di no. C’è imbarazzo. Quest’anno è delicato e avremmo dovuto vaccinare a tappeto proprio tutti».

All’infuori delle categorie a rischio e degli anziani gli altri non riceveranno dosi. Anche alle farmacie per la vendita resterà poco o nulla.

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