Le categorie promuovono il decreto
«Primo passo utile a far ripartire tutti»

Le ricadute del provvedimento del Governo in piena emergenza coronavirus, Mazzone (CdO): «A preoccupare sono le medie imprese» -Galli (Confartigianato): «Mi aspettavo qualcosa di più»

Un decreto che vale 25 miliardi e ne mette in moto 350 secondo il premier Giuseppe Conte, che l’ha definito manovra poderosa. Dal mondo delle piccole e medie imprese comasche trova apprezzamento ma con prudenza: un primo segnale, non la risposta a tutte le esigenze delle aziende provate dall’emergenza coronavirus e scosse dall’incertezza dei tempi necessari per uscirne.

Lo stesso Governo ha detto che un altro decreto è in arrivo, con fondi europei, ad aprile. Intanto ha agito sull’occupazione con l’incremento di 1,3 miliardi nel Fondo di integrazione salariale e uno stanziamento di 3,3 per la cassa in deroga anche nelle imprese con un dipendente. Si sono prese poi misure come il congedo parentale per 15 giorni (con bonus baby sitter in alternativa) e i permessi della legge 104 aumentati, oltre ai 3 miliardi per gli autonomi. E se sul credito ecco la sospensione delle rate di mutui e dei prestiti, con garanzie pubbliche (si dice pari a 5 miliardi), il fisco ha indicato quella dei versamenti di tributi e contributi al 31 maggio.

A livello nazionale i più sono orientati su questo giudizio di azione avviata, ma da completare. Ad esempio a TgCom Confindustria Giovani ha detto che le risorse stanziate sono ingenti, però è solo la tappa iniziale.

«Un primo passo – commenta Marco Mazzone, presidente della Compagnia delle Opere di Como – I dipendenti stanno attraversando difficoltà e gli imprenditori si stanno impegnando. Non sappiamo quanto durerà quest’emergenza. Quindi bene il sostegno che viene dato, ma non possiamo considerarlo esaurito così». Il futuro fa allungare le ombre della recessione e Mazzone è preoccupato anche per le medie imprese: «Sono i distretti che rischiano di soffrire, così il territorio verrebbe impoverito. Il sistema deve tenere, ci vuole uno sguardo multidisciplinare». Che la priorità sia lasciarsi alle spalle il dramma sanitario, è indiscutibile per tutti. «Uscire da questa emergenza – conferma Giovanni Ciceri, presidente di Confcommercio Como – è fondamentale. Poi viene il passo successivo, il problema non è posticipare e basta, ma non far fallire le ditte». Non avendo certezze sul periodo di conclusione di questa delicatissima fase, è difficile muoversi a lungo termine. «Un passo alla volta – ribadisce Ciceri – Ma i prossimi provvedimenti spero siano più immediati, mirati e centellinati».

Segnale per il lavoro

Roberto Galli, presidente di Confartigianato Como, è prudente sulla questione versamenti: «Se in questa fase io artigiano mi trovo in difficoltà a pagare i contributi a causa del calo del fatturato, mi chiedo cosa cambierà a maggio quando li avrò doppi o tripli da versare se sarò nella stessa situazione. E allora come poter far fronte, in una soluzione unica o cinque rate?». Insomma, dopo l’emergenza e lo stop o il rallentamento delle attività, arduo che per quella data tutto sia tornato normale: «Mi aspettavo qualcosa di più – continua Galli - Oltre alla diminuzione delle entrate, cominciano ad arrivare le lettere che dichiarano l’impossibilità di pagare. Ci auguriamo che ci sia una mano tesa nei confronti delle piccole imprese». Positivo l’intervento sul lavoro. A Confartigianato i centralini sono roventi a causa delle chiamate delle aziende. Una cassa in deroga a favore anche dei piccolissimi offre sollievo: «Un minimo aiuto sì, il minimo necessario – conclude Galli – ma ho la convinzione che non sia sufficiente».

Per Enrico Benati, presidente della Cna del Lario e della Brianza, tutto sommato «è un buon decreto». Non era facile dare rapide risposte, «difatti c’è voluto un po’ a organizzarlo – aggiunge – ma va incontro alle esigenze dei piccoli artigiani che sono in grande difficoltà».

Non lo spaventa il termine del 31 maggio, che suona molto meno lontano per chi sta vedendo ora come i conti non tornino: un’indicazione, a suo parere, che potrebbe essere nuovamente modificata. «Comunque ripeto, è un buon passo – termina – Solo il primo, perché ci sono altre questioni da affrontare».

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