Rsa, nuovo stop ai familiari
«Le regole non sono chiare»

Il via libera formale c’è, ma le strutture frenano a causa dei dubbi - Sale la tensione tra i parenti, che hanno chiesto un incontro al prefetto

Como

Il via libera formale c’è, ma le Rsa nella realtà non hanno ancora riaperto le porte. Le strutture hanno dubbi e timori, i parenti invece chiedono di poter nuovamente abbracciare i loro cari.

Sabato il ministero della Salute ha dato il via libera alle visite agli ospiti nelle residenze per anziani, chiuse ormai di fatto da marzo 2020. Le norme e le precauzioni da adottare però non sono così chiare alle direzioni sanitarie delle Rsa e a Como tutte le principali strutture si stanno organizzando nel tentativo di sciogliere i principali nodi.

In teoria le visite sono consentite ai familiari in possesso del green pass, in mancanza di questo documento - non ancora rilasciato dalle autorità - vale il certificato vaccinale consegnato dopo la seconda dose, oppure un attestato di guarigione non oltre i sei mesi o un tampone (anche rapido) eseguito nelle 48 ore precedenti.

«Si tratta comunque di incontri sempre veloci, massimo un quarto d’ora – spiega Marilina Parravicini, attivista comasca di “Felicita”, l’associazione che si batte per i diritti nelle Rsa – e senza darci possibilità di toccare la mano dei nostri genitori, senza avvicinarci. Mia madre, sorda, non comprenderà le mie parole a causa della mia distanza». I familiari come detto non sono soddisfatti, chiedono un contatto, un accesso più libero e meno contingentato. Nonostante il certificato o il tampone le visite infatti non saranno quotidiane, saranno messe in calendario, prese secondo appuntamento.

«L’ordinanza parla di distanze da mantenere tra visitatori - spiega Gennarino Balestra, direttore sanitario delle Marcelline – non è una nostra scelta. Quanto al tampone, anche rapido, in alternativa al green pass, non c’è traccia. Ci sono cavilli poco espliciti che spetta nuovamente a noi sciogliere, continuando il confronto con le famiglie che chiedono giustamente i loro diritti». «Quanto stabilito dal ministero della Salute è difficile e complesso – spiega don Marco Maesani, direttore del Don Guanella – stiamo studiando la circolare e ci serve tempo. Non appena sarà possibile attrezzarci informeremo le famiglie».

Alla Ca’ d’Industria la direzione spiega che si stanno approfondendo i protocolli e oggi verrà inviata alle famiglie una comunicazione per iniziare, con prudenza, a prendere i primi appuntamenti.

Alle Giuseppine si era tentato di fare degli incontri in presenza previo tampone, ma tra rischi e costi si è preferito nella maggior parte dei casi fare i saluti dalla finestra. Ora si stanno organizzando, ma non senza alcune perplessità.

Se questo stallo dovesse perdurare, senza dare modo ai familiari di rivedere davvero i propri cari, il tema verrà discusso con il prefetto di Como da cui i parenti hanno ottenuto un appuntamento. Comunque con la bella stagione le visite ripartiranno lo stesso, all’aperto, nei giardini, come già accaduto per un breve periodo tra luglio e agosto dell’anno scorso. S. Bac.

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