Casa gratis ai lavoratori stagionali. Il Vallese “chiama” i frontalieri

Occupazione I benefit previsti dalle ditte del comprensorio sciistico a 250 chilometri da Como. Uno strumento per far fronte alla carenza di manodopera specializzata nelle strutture ricettive

Più che le ripercussioni del nuovo accordo fiscale, in questo inverno (al momento) con poca neve, spicca la proposta di un comprensorio svizzero incastonato nelle Alpi Vallesane, il comprensorio di Grimentz-Zinal (a 250 chilometri da Como), che per assicurarsi cuochi, camerieri, inservienti e personale sulle piste almeno sino alla fine di questa stagione invernale ha aperto i cordoni della borsa offrendo alloggi a prezzi stracciati, al limite del gratuito.

Responsabile

Ma non è tutto perché per rendere il posto di lavoro ancor più accattivante - come ha rimarcato la Rsi, che ha anticipato questa notizia, divenuta tra le più lette a livello federale - questo gettonato comprensorio ha anche pensato, per i lavoratori stagionali alcune comfort di rilievo, come abbonamenti di sci gratuiti e corse di lingue nonché parcheggi a prezzi di favore. Ai microfoni della Rsi, il responsabile del Comprensorio ha spiegato che «senza alloggio, di personale non se ne trova. E così abbiamo cercato di andare incontro alle necessità reali della nostra località, alle prese come tante altre di una cronica carenza di manodopera. I risultati sono sin qui più che incoraggianti». Un’opportunità che in questa località del Vallese sta interessando circa 140 lavoratori stagionali.

Il discorso diventa inevitabilmente d’attualità anche alle nostre latitudini, perché - se replicata - questa iniziativa potrebbe catalizzare oltreconfine un numero ancor superiore di frontalieri “stagionali” impiegati nel segmento dell’hotellerie e della ristorazione. Questo anche in virtù di uno stipendio che resta al di sopra dell’offerta italiana, soprattutto se si tratta di un “vecchio” frontaliere.

Ragionamento

Alla base di questo ragionamento c’è il fatto che la pandemia ha cambiato una larga parte delle abitudini dei lavoratori del turismo svizzero (e non solo). C’è chi di fronte a una crisi così prolungata ha deciso di reinventarsi in altri settori, aprendo così una voragine - quanto a posti di lavoro disponibile - nell’hotellerie e nella ristorazione d’oltreconfine. Eppure da Grimentz-Zinal hanno fatto sapere che questi benefit se al momento hanno sortito gli effetti sperati, non è detto che risultino vincenti anche negli anni a venire. La situazione è in continuo divenire, tanto che la stessa GastroSuisse - l’Associazione di riferimento della ristorazione svizzera - aveva confermato sin dall’inizio del 2022 che «nel post pandemia nella sarebbe stato come prima». E al nostro giornale, il presidente di GastroTicino e vicepresidente di GastroSuisse ha rimarcato come «lo stipendio svizzero non è più così attrattivo come prima e questo perché anche molti vostri ristoratori hanno alzato i salari per evitare ai lavoratori di valicare il confine. Dunque anche noi stiamo attraversando un periodo non semplice e la manodopera, soprattutto qualificata, che abbiamo, ce la teniamo ben stretta». Di mezzo però c’è il nuovo accordo fiscale i cui effetti si vedranno solo a partire dalla seconda metà dell’anno che sta per iniziare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA