Coronavirus in Ticino
«Si torna alla normalità
ma non è ancora finita»

La data chiave è l’11 maggio con la riapertura di scuole, bar e ristoranti. La presidente: «Prontia chiudere in caso di contagi»

«Da lunedì si torna alla normalità. Ma non è finita». Sono le parole con cui la presidente della Confederazione Svizzera, Simonetta Sommaruga, ha lasciato ieri pomeriggio Bellinzona, chiudendo così uno strappo istituzionale tra Governo federale e Cantone durato settimane. Se al di qua del confine lunedì 4 maggio inizia la Fase 2, in Canton Ticino e in Svizzera si procede a grandi falcate verso la piena normalità, che passerà anche dalla riapertura di bar e ristoranti, ma anche dal ritorno a scuola l’11 maggio.

«Se qualcosa non dovesse funzionare, siamo però pronti a chiudere nuovamente tutto», le parole di Simonetta Sommaruga. Al lavoro sono già tornati circa 30-35 mila frontalieri. Diventeranno tra i 40 ed i 50 mila a partire da lunedì prossimo. La presidente della Confederazione Svizzera ha voluto replicare a chi ha parlato, in modo abbastanza marcato, di riaperture frettolose. «Abbiamo deciso di riaprire in due momenti (27 aprile e 11 maggio, ndr) - ha confermato Simonetta Sommaruga -. Ora ci daremo quattro settimane per valutare e decidere il da farsi. Per quanto concerne i ristoranti, chi non rispetta i criteri non potrà riaprire». In Canton Ticino ieri i contagi hanno raggiunto quota 3225, con 323 decessi (uno in più del 1° maggio). Negli ospedali del Cantone sono ancora ricoverati 134 pazienti. Ma il fronte caldo, insieme a quello sanitario, resta quello economico. Lunedì è prevista una seduta straordinaria delle Camere e i partiti sono pronti a dare battaglia. Su tutte c’è da registrare la posizione dell’Udc, che chiederà «la revoca immediata dello Stato di emergenza, che ci sta costando 6 miliardi di franchi alla settimana». E qui entrano in gioco anche i frontalieri, perché l’Udc solleciterà con i crismi dell’ufficialità «la sospensione della libera circolazione per dare spazio all’assunzione di lavoratori svizzeri disoccupati». Si tratta di una provocazione alla lunge anche del rinvio della consultazione anti-frontalieri del 17 maggio, ma certo in aula l’Udc potrebbe trovare - vista la situazione - alleanze trasversali. Da segnalare anche la posizione dei Verdi, secondo cui «bisognerebbe attingere alle riserve della Banca Nazionale Svizzera». Tornando al Ticino, per i mesi a venire si guarda soprattutto al turismo, comparto che dà lavoro a tantissimi frontalieri. Anche la presidente della Confederazione Svizzera ha fatto notare come «ci saranno più svizzeri che passeranno le vacanze in Canton Ticino».

«La guardia resta alta - ha confermato il presidente del Consiglio di Stato, Christian Vitta -. Il turismo può essere una carta vincente. Siamo in contatto con tutti i comparti produttivi. La ripresa dovrà essere ordinata». Da domani, dunque, tutta la Svizzera volta pagina.

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