Economia / Como città
Venerdì 19 Dicembre 2025
Dal lago ai mercati esteri. Un editore per il territorio
Il valore della lettura Alessio Rimoldi, alla guida della storica Dominioni. Progetto radicato nella valorizzazione di Como e della sua memoria storica
Como
A raccontare che cosa possa significare fare l’editore indipendente è la voce di Alessio Rimoldi, editore della Dominioni Editore, nata nel 1984, casa editrice e realtà culturale con sede a Lipomo, in provincia di Como, un mondo che con il passare del tempo ha cambiato volto senza mai perdere la propria identità.
In una città dove le librerie indipendenti resistono e si reinventano, anche il lavoro dell’editore continua a essere una sfida quotidiana. Una sfida che, per Alessio Rimoldi, passa prima di tutto da un’idea chiara di progetto editoriale e da un legame profondo con il territorio che lo circonda.
Il progetto
«Fare l’editore indipendente oggi non è semplice – spiega Rimoldi – ma tutto parte da un progetto. Nel nostro caso è sempre stato quello di valorizzare ciò che abbiamo sotto i nostri occhi e che spesso sottovalutiamo. Parlo del territorio, le sue storie, la memoria che si tramanda».
Un lavoro che nasce dall’amore per Como, per il lago e per le sue storie, ma che non si limita alla carta stampata.
Dominioni Editore ha scelto di esplorare nuovi linguaggi, dai giochi in scatola «dei veri e propri strumenti culturali», come racconta l’editore, fino ai prodotti turistici, ma di qualità. «In un territorio come il nostro, attraversato ogni anno da milioni di visitatori, sarebbe miope non pensare a oggetti che raccontino storie – spiega Rimoldi - Penso ai poster vintage ispirati alla Belle Époque, sono opere che parlano di un periodo storico e che restituiscono un immaginario preciso». La riflessione porta l’editore a parlare della complessità del mercato editoriale «È un settore che avrebbe bisogno di maggiori aiuti per rimanere almeno stabile – prosegue - Poi sta a noi editori fare la nostra parte. Il che significa fidelizzare il pubblico, avvicinarsi alle persone, creare occasioni di incontro». In questo senso, la Fiera del Libro di Como – la più longeva d’Italia – rappresenta un appuntamento fondamentale per il settore. Il giovane editore, presidente della manifestazione da sei anni, ha portato freschezza alla storica manifestazione comasca «È un evento che librai ed editori locali cercano di far crescere insieme – aggiunge - È il momento in cui ci facciamo vedere, ci raccontiamo alla città e ribadiamo che leggere è importante perché significa rallentare, approfondire, andare oltre la superficie».
In questo contesto anche la scelta degli autori da inserire a catalogo segue una linea del tutto personale e coerente. «Riceviamo molte proposte, soprattutto da autori locali, e cerchiamo di dare loro spazio, ma sempre all’interno della nostra identità editoriale – continua Rimoldi - A volte sono idee che arrivano dall’esterno, altre volte siamo noi a immaginare un libro e a cercare la persona giusta per scriverlo». Uno “scouting” continuo, che oggi guarda anche oltre i confini del territorio comasco. «Stiamo lavorando a nuove collane. Vogliamo sicuramente mantenere saldo il legame con il territorio, ma ora la nostra intenzione è quella di aprirci ad autori stranieri mai pubblicati in Italia. È un’evoluzione naturale, dal 1984 a oggi sono cambiate le persone, le sensibilità, il mondo intorno a noi».
Gli strumenti
Il mestiere dell’editore, secondo Rimoldi, nella sua sostanza, resta però lo stesso «L’editore è un imprenditore che si assume dei rischi, prova a leggere il mercato e a seguire la propria sensibilità. Le sfide cambiano, il mondo continua a accelerare attorno allo streaming e a mille forme di intrattenimento, ma il libro resta insostituibile per molteplici versi». E se dovesse consigliare un titolo del catalogo ai lettori? Rimoldi non ha dubbi: “La biblioteca dei libri perduti” di Ivano Gobbato, della collana “Caramelle”. «È un libricino breve, poetico, che si legge in un paio di ore. Racconta l’amore per la lettura, la curiosità di un bambino, la scoperta di una biblioteca nascosta in una vecchia casa disabitata. Dentro c’è tutto: il quotidiano, la memoria, il valore di ciò che ci circonda. In fondo, è anche lo spirito della nostra casa editrice».
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