Decreto salva casa: «Le compravendite saranno più rapide»

Immobiliare Mirko Bargolini è il presidente di Fimaa: «Oggi capita spesso che per lievi difformità catastali, l’operazione venga rimandata anche di qualche mese»

Sarà più semplice sanare le piccole difformità edilizie dopo l’approvazione del “decreto salva-casa” di ieri pomeriggio da parte del Consiglio dei ministri. La norma prevede comunque sanzioni proporzionali all’aumento di valore dell’immobile.

La misura dovrebbe riguardare le minime variazioni, certamente non gli interventi strutturali, che affliggono oltre il 70% delle abitazioni. L’iter di vendita di una abitazione prevede la perfetta corrispondenza tra lo stato di fatto della casa e la scheda catastale che viene presentata. Se così non è, come in gran parte dei casi, il proprietario, fino a ieri, avrebbe dovuto avvalersi di un tecnico per accertare la variazione e presentare la domanda in Comune, per poi attendere qualche mese la risposta con costi di qualche migliaio di euro e tempi dilatati per concludere il rogito.

«Capita spesso che per lo spostamento di un tavolato dell’ingresso di un appartamento o per altre variazioni che non hanno impatti strutturali, ma sono solo piccoli cambiamenti, si debba attendere fino a tre mesi per l’iter della pratica, con il rischio che si ritardi la vendita della casa o si perda il potenziale acquirente» spiega Mirko Bargolini, presidente di Fimaa Como.

La prassi prevede che l’agente immobiliare nel momento in cui viene chiesta la vendita di un’unità abitativa si occupi della la verifica della scheda catastale in relazione allo stato di fatto dell’immobile.

«L’esperienza ci dice che spesso ci sono delle disomogeneità catastali dovute dei cambiamenti che negli anni sono stati apportati all’abitazione, ma che magari sono di lieve entità, non significativi, certamente non strutturali come, per fare un esempio, l’ampliamento di uno spazio con lo spostamento di un tavolato che elimina l’anticamera di ingresso ormai obsoleta – continua il presidente Fimaa Como – interventi minimi che a volte risalgono indietro nel tempo, ma che nel momento in cui il proprietario decide di vendere possono diventare un ostacolo. Se quello che appare a catasto non corrisponde alla realtà, la situazione va chiarita. Da quando il decreto verrà pubblicato, nel caso di problemi non gravi ma minimi, sarà quindi possibile semplificare il percorso che porta alla risoluzione di queste difformità e ridurre i tempi di vendita».

Il decreto non inciderà probabilmente sul mercato, sui volumi di vendita o sui valori, non in modo significativo, ma dovrebbe invece essere incisivo per velocizzare i tempi per conclude l’iter di vendita.

«Può capitare che per un immobile in vendita ci sia già un cliente interessato, ma che per una difformità si debba aspettare anche un periodo di tre mesi – conclude Mirko Bargolini - per questo certamente una semplificazione per, ripeto, piccole variazioni è opportuna. Si tratterà ora di vedere il regolamento di attuazione».

Verande, tende, soppalchi, gradini, grondaie, finestre, pareti, porte interne e tutto quello che c’è all’interno delle abitazioni di lieve entità sono interessati dal provvedimento.

Viene inserito il criterio di edilizia libera per vetrate panoramiche amovibili, tende e altre opere di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici. Il decreto prevede inoltre la semplificazione dell’accertamento di conformità eliminando la doppia conformità che verrà richiesta solo nei casi più gravi, infine sono introdotte ’tolleranze costruttive tra il 2% e 5% in base alla superficie.

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