“Generazione Z” e imprese, dialogo necessario

L’intervista Salvatore Amura, ad di Valore Italia, sottolinea l’importanza delle sinergie tra giovani, formazione e lavoro

La solida connessione tra il mondo della formazione, il sistema delle imprese e le nuove generazioni, come uno degli elementi chiave per costruire un modello di sviluppo orientato al futuro. A sostenerlo è Salvatore Amura, attuale amministratore delegato di Valore Italia.

Come si sta evolvendo il sistema scolastico per rispondere alle nuove sfide educative e sociali?

C’è una grande attenzione da parte dei giovani e delle famiglie verso i percorsi formativi, il sistema scolastico si è progressivamente adattato offrendo strumenti, risorse e progettualità sempre più avanzate. Il settore è in continua evoluzione: scuola, istituzioni e soggetti del territorio, lavorano sempre di più insieme per garantire una qualità didattica elevata, servizi sempre più strutturati e un collegamento efficace con il mondo delle imprese. Un approccio integrato che rende la formazione una delle eccellenze del nostro Paese, soprattutto in relazione alle filiere produttive, all’economia e al contesto sociale, riuscendo a rispondere in modo innovativo alle sfide del presente e del futuro.

Come è possibile rendere la formazione più vicina ai reali interessi e bisogni delle nuove generazioni?

Per rafforzare il collegamento con i giovani e rendere più efficace il nostro dialogo con loro, abbiamo portato gran parte delle nostre attività, della comunicazione e della narrazione del nostro progetto, all’interno delle piattaforme digitali. Siamo presenti su tutti i principali canali online, perché è lì che i ragazzi comunicano e si informano. Il digitale è diventato uno spazio imprescindibile, sia per la relazione sia per l’educazione, un terreno da presidiare. La tecnologia digitale è uno strumento per intercettare i giovani, sempre all’interno di regole chiare e un controllo attento dei contenuti, per veicolare un messaggio efficace e coerente con i valori educativi attesi anche dalle famiglie.

Parallelamente state affrontando anche la grande sfida dell’innovazione che spazia dalla robotica all’Intelligenza Artificiale?

Il ruolo di un’istituzione formativa è quello di anticipare il cambiamento, posizionandosi dove nasce la sperimentazione, dove si costruisce il futuro. Il nostro obiettivo è fornire agli studenti e alla nostra comunità le informazioni più aggiornate, gli strumenti più attuali e, dove possibile, anche uno sguardo su ciò che sta per accadere. L’AI e la robotica sono già parte integrante dei nostri percorsi e dei nostri spazi formativi. Mi piace pensare alla formazione come a una cassetta degli attrezzi, il nostro compito è renderla ogni giorno più completa e articolata. Dobbiamo fornire ai ragazzi gli strumenti migliori, affinché siano in grado di utilizzarli con consapevolezza, creatività e competenza.

La scuola riveste un ruolo fondamentale, non solo nella preparazione tecnica, ma soprattutto nella costruzione di una capacità critica e culturale dell’individuo. Alla base del nostro approccio c’è proprio questa visione: formare persone consapevoli, con una solida preparazione e in grado di interpretare e affrontare le sfide del mondo contemporaneo.

Quanto è importante il rapporto con il sistema delle imprese?

Rappresenta uno dei pilastri del nostro modello. Quando parliamo di tirocini e apprendistati, è importante sottolineare che questi non devono essere considerati come un semplice output finale. Al contrario, il coinvolgimento delle imprese avviene fin dall’inizio del percorso formativo: nella progettazione dei corsi, nella definizione dei contenuti, nelle attività di ricerca e nei progetti di innovazione. Le aziende non entrano in gioco solo al termine del percorso, ma sono presenti tutto l’anno, contribuendo in modo attivo e continuo alla crescita degli studenti. Il momento dello stage o del placement rappresenta il naturale sbocco di un’interazione che è già in atto da tempo, un passaggio che completa un’esperienza di collaborazione iniziata molto prima. Questa relazione sinergica e strutturata con il sistema produttivo non si traduce solo in progetti concreti, ma anche in un modo di pensare, di progettare insieme, di leggere in modo condiviso i bisogni e le evoluzioni del mercato. Siamo in un mondo connesso, dove scuola, imprese e studenti collaborano in modo circolare.

Arriviamo ai giovani, oggi giocano un ruolo più attivo anche nella formazione?

Sono i ragazzi che decidono dove andare a lavorare, non sono più le aziende a scegliere il proprio personale. È un cambio di approccio profondo, che ci porta a ripensare le relazioni tra formazione, lavoro e aspirazioni personali. È qui che si gioca una delle sfide più interessanti e decisive del nostro tempo, ed è qui che, come Valore Italia, siamo chiamati a essere presenti, reattivi e propositivi. Oggi i giovani hanno un ruolo molto più attivo, sia nella formazione sia nel mondo del lavoro. Le aziende hanno capito che ciò che occorre offrire per interagire con loro è molto diverso rispetto a quanto avveniva 20 o 30 anni fa.

L’interazione con il mondo della formazione aiuta anche le imprese ad affrontare meglio alcuni temi del momento come il trattenere talenti?

Non si tratta di fughe, arrivi o partenze, ma di opportunità. I giovani si muovono tra Italia ed estero alla ricerca delle migliori occasioni per crescere e questa mobilità va vista come una risorsa. Il compito delle istituzioni pubbliche e private è essere competitive, offrire percorsi all’avanguardia e sapersi confrontare con uno scenario in costante evoluzione. L’Italia in settori come cibo, moda, design, arte e restauro, è già riconosciuta a livello globale e attrae molti studenti, in particolare a Milano. Nel contesto della mobilità internazionale, la vera sfida è continuare a essere attrattivi e in grado di valorizzare le competenze. Quando non siamo in grado di farlo, allora sì, è un problema. Ma il fatto che i giovani si spostino per studiare e crescere mi sembra un aspetto positivo e interessante.

Che ruolo hanno le imprese giovanili e le startup nel costruire un nuovo modello di lavoro sostenibile e motivante per i coetanei?

Rappresentano un anello fondamentale. I giovani hanno davanti sostanzialmente due possibilità: entrare nel mondo del lavoro all’interno di un’azienda oppure scegliere di intraprendere un percorso imprenditoriale, dando vita a una propria impresa basata su idee, ispirazioni e ideali personali. Questo secondo percorso è straordinario e va sostenuto. Sul nostro territorio abbiamo un esempio concreto e d’eccellenza, ComoNext, uno dei parchi tecnologici più importanti d’Europa. Un investimento visionario della Camera di Commercio e del sistema delle imprese locali di cui essere profondamente orgogliosi.

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