Gli infortuni sul lavoro in provincia sono 13 ogni giorno

I dati Nei primi quattro mesi dell’anno 1.600, la diminuzione è del 7,14%: tra le più basse della Lombardia. Esposito (Uil): «Si fa ancora troppo poco, serve formazione nelle scuole e pene più severe per i responsabili»

Ogni giorno in provincia di Como vengono denunciati più di 13 infortuni sul lavoro. Dal primo gennaio al 30 aprile di quest’anno, secondo i numeri dell’Open Data Inail elaborati da Cst Uil del Lario, ne sono stati denunciati 1.600, nel 2022 erano 1.723 (-7,14%). A livello lombardo, 36.200 casi nei primi quattro mesi (-26,91% ), Como è penultima in termini di flessione, solo Bergamo ha fatto peggio (- 3,64%). In tutta Italia si parla da gennaio ad aprile di 187.324 notifiche (-26,39%).

Il decreto legge 48 del 4 maggio 2023, il cosiddetto “decreto lavoro”, prevede un rafforzamento delle regole di sicurezza sul lavoro: «L’unica novità di rilievo è l’istituzione di un fondo per i famigliari degli studenti vittime di infortuni in occasione di attività formative – afferma Dario Esposito, Cst Uil del Lario - Tuttavia appare fin troppo evidente che interventi a pioggia, privi di una vera strategia coerente e ordinata sulla sicurezza sul lavoro, sono destinati a non cambiare gli impietosi numeri frutti di questo studio. Innanzitutto a distanza di ben 15 anni dal decreto legislativo 81/08 mancano ancora alcuni decreti attuativi, in particolar modo sul sostegno dell’articolo 52: un decreto attuativo consentirebbe di rappresentare e tutelare al meglio, con i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale, i lavoratori delle piccole e piccolissime imprese. Manca una politica di investimenti, bisogna aumentare gli organici a disposizione dell’Ispettorato del Lavoro, non giocare al ribasso sulla sicurezza di operai e lavoratori».

I settori

A livello lombardo nell’industria e servizi ci sono state 27.634 comunicazioni di infortuni sul lavoro, per conto dello Stato 7.884, nell’agricoltura 682. Se guardiamo i settori economici spiccano le 1.203 denunce nella fabbricazione di prodotti di metallo, le 1.429 della sanità, le 1.357 delle costruzioni. I numeri regionali mostrano una diminuzione degli infortuni in costanza di lavoro (-50% per le donne e circa -14% per gli uomini) e l’aumento degli infortuni in itinere (+17% per le donne e poco sopra il 5% per gli uomini). In Lombardia si è passati dalle 47 notifiche di infortunio mortale dello scorso anno alle 49 dei primi quattro mesi del 2023, Como passa da zero denunce a tre. Circa il 70% riguardano, su base regionale, fasce d’età superiori a 50 anni, oltre il 60% se si fa riferimento al nazionale.

In merito alle malattie professionali, a Como il totale delle notifiche è passato dalle 33 del gennaio-aprile 2022 alle 42 di quest’anno, in Lombardia da 1.028 a 1.335 nel 2023. Di queste ultime: 762 sono denunce per malattie del sistema osteomuscolare, seguite da 107 del sistema nervoso e 87 per l’orecchio.

I rischi

Tra i punti battuti dai sindacati, quello relativo alla possibilità, consentita dagli ultimi interventi normativi, di poter avere nei cantieri subappalti a cascata: «Si va a diminuire la sicurezza e i controlli per la parte debole del processo produttivo: l’operaio – conclude Esposito - Sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro serve un cambio di passo, una svolta culturale che deve iniziare dal prevedere delle ore dedicate nelle scuole, per formazione e prevenzione, fino al momento repressivo con l’istituzione del reato di omicidio per chi, con la disapplicazione delle norme specifiche, provoca la morte del lavoratore».

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