Hotellerie di lusso. Sul Lario il 30% degli investimenti

Mercato turistico Como prima destinazione italiana per le grandi catene: dal gruppo Marriott ad Accor. Leoni (Federalberghi): «Concorrenza? Nessuna paura»

Como

Ritz-Carlton e l’Edition del gruppo Marriott, insieme a Raffles del gruppo Accor, apriranno nuove strutture sul Lago di Como, confermando l’interesse del settore alberghiero di alta gamma per l’area. A Mandello del Lario, il gruppo QC Terme realizzerà un resort wellness da oltre 20milioni di euro.

Durante l’Hospitality Forum 2025, mercoledì all’Auditorium Testori di Palazzo Lombardia, si è discusso anche della crescita dei capitali stranieri nel settore. «La nostra regione è una delle aree più attrattive d’Europa per l’hotellerie di qualità - ha dichiarato Barbara Mazzali, assessore regionale al Turismo, Marketing territoriale e Moda - Il Lago di Como è diventato un vero e proprio polo di investimento internazionale, rappresentando da solo il 30% degli investimenti resort a livello nazionale. Si tratta di investimenti di lungo periodo che scelgono la Lombardia perché qui trovano stabilità, domanda internazionale e ritorni economici certi».

La tendenza

L’apertura di queste strutture, appartenenti ai principali gruppi globali dell’hospitality di lusso, rappresenta un rischio o un’opportunità per il territorio e per gli albergatori locali? Lo abbiamo chiesto a Luca Leoni presidente degli albergatori di Confcommercio Como: «Le grandi catene alberghiere, con la loro clientela fidelizzata, attireranno nuovi ospiti che oggi non frequentano le nostre strutture. Chi è cliente abituale di Hilton, Sheraton o Marriott tende a soggiornare sempre in quelle catene, sia perché conosce il servizio offerto, sia perché accumula vantaggi. Parliamo di punti fedeltà, promozioni, sconti, oppure benefit legati anche ai voli. Magari, in una stagione, quel cliente sceglie dieci hotel Marriott proprio per maturare punti che potrà poi utilizzare per ottenere sconti o altri vantaggi nei successivi soggiorni».

Dal punto di vista della concorrenza Leoni non vede grandi problemi: «La qualità dei nostri cinque stelle è consolidata e riconosciuta a livello internazionale. Strutture come Villa d’Este, Tremezzo e Serbelloni per esempio, sono veri e propri brand, frutto di decenni di storia, esperienza e fama. Hotel unici nel loro genere che spesso infatti compaiono tra i migliori d’Italia, dimostrando di non essere semplicemente legati alla location, ma di rappresentare vere eccellenze».

Generalmente gruppi come Marriott e Accor investono dopo aver condotto studi di settore approfonditi, valutando le prospettive sul medio periodo, le presenze turistiche e la qualità delle location: «Il loro interesse per il Lago di Como dimostra che si aspettano una crescita, o almeno una stabilità, del turismo nei prossimi anni. Stiamo parlando di investimenti di decine di milioni di euro. Alcune delle strutture che torneranno attive erano state chiuse o lasciate in condizioni precarie, come nel caso del Grande Bretagne». L’ex albergo di Bellagio, inaugurato nel 1873, è attualmente in fase di ristrutturazione e riaprirà nel 2026 con il marchio Ritz-Carlton, diventando il primo resort Ritz-Carlton in Italia.

Le ricadute

Un altro aspetto positivo che Leoni rileva è che queste catene nascono con l’intenzione di restare aperte tutto l’anno: «Favorendo così la destagionalizzazione di cui si parla da tempo. Avere strutture cinque stelle che operano su base annuale è sicuramente un valore aggiunto. Come sottolineato più volte la nostra priorità è migliorare la viabilità e la mobilità sull’acqua, che rappresentano il nostro punto più critico».

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