
Economia / Como città
Giovedì 25 Settembre 2025
Il turismo di Como è un industria. Ora la grande sfida è creare valore stabile
La ricerca Nel focus dello Studio Tettamanti di Como punti di forza e potenziali fragilità delle aziende. «Stagionalità e frammentazione tra le debolezze»
Como
«L’industria del turismo lariano ha chiuso il ciclo della crisi e oggi mostra margini, leva e liquidità in assetto “normale”, sostenuto da domanda estera vivace, in particolare a Como, e da una filiera più digitale e diversificata - è la sintesi di Giovanni Casartelli della recente ricerca “Turismo nei numeri” - gli elementi da presidiare rimangono tassi, stagionalità, frammentazione dimensionale e la capacità di trasformare la crescita di flussi in valore operativo e patrimoniale stabile».
Condotta dallo Studio Ramiro Tettamanti Associati, “Turismo nei numeri” è stato un lavoro corale che si è avvalso della collaborazione di Paolo Casciato con l’obiettivo di leggere attraverso dati certi la realtà dell’industria turistica del Lario.
Numeri e opinioni
«Meno opinioni, più evidenze; meno rumore, più scelte – è la finalità degli autori - mettiamo a disposizione un punto di vista professionale basato su numeri, rischi e leve di crescita del sistema turistico, con una bussola orientata ai risultati: marginalità, solidità finanziaria, governance. Non è un esercizio accademico: è uno strumento di lavoro».
Perché se i numeri raccontano di una rotta percorsa a gonfie vele dalle imprese del turismo del territorio, è anche vero che la rotta va governata.
Soprattutto perché la crescita è stata veloce. «Sul territorio lariano la filiera pesa in modo significativo sul tessuto economico e la ripresa 2022–2024 è stata concreta – prosegue Giovanni Casartelli - Como nel 2023 conta circa 1,43 milioni di arrivi, corrispondono all’8,2% degli arrivi turistici della Lombardia, con una domanda straniera all’85%. Gli occupati, tra Como e Lecco sono circa 31mila pari a circa l’11% della forza lavoro».
Risulta in crescita il peso dell’extralberghiero: tra il 2018 e il 2023 la tipologia di ospitalità non iscritta nell’ambito degli hotel è cresciuta del +18% per numero di presenze. Nel 2023 l’insieme dell’alberghiero è stato del 57% rispetto al totale delle strutture di accoglienza. L’extralberghiero ha raggiunto il 43%. «Si tratta di una conformazione coerente con le strategie di destagionalizzazione e di esperienzialità spinta - osserva Giovanni Casartelli - infine, in chiave di governance: nel triennio post-Covid il 22% delle imprese turistiche ha cambiato assetti, per esempio c’è stato l’ingresso di manager esterni, si sono effettuati aumenti di capitale, patti di famiglia e holding. Si tratta di segnali di managerializzazione e di maggiore apertura finanziaria delle imprese».
Equilibrio
Nel complesso quindi le aziende lariane del turismo sono pronte, si trovano in un buon equilibrio economico–finanziario, ma con fragilità selettive per sotto-segmento e modello di business. I numeri di bilancio 2023–2024 rilevati da “Turismo nei numeri” dicono che la “media” è solida, ma la dispersione tra cluster, ovvero tra ospitalità offerta dal sistema alberghiero rispetto ai servizi mezzi-intensivi, la dimensione delle strutture e la stagionalità, impone una grande attenzione gestionale.
Si aprono delle opportunità: per quanto riguarda la destagionalizzazione è possibile perseguirla con prodotti esperienziali ad alto valore nell’ambito outdoor, cultura, wellness, bleisure, viaggi che combinano affari e tempo libero.
C’è anche un vantaggio dato dalla posizione di confine e quindi una possibile integrazione transfrontaliera per allungare la stagione.
Inoltre esistono strumenti di finanza agevolata per accelerare gli investimenti nelle innovazioni “verdi” e digitali, Infine, suggeriscono gli autori di “Turismo nei numeri”, serve proseguire con la managerializzazione e la costruzione di reti per aumentare le competenze e stabilizzare i margini.
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