Lo smart working per i frontalieri. Votata la proroga fino al 31 dicembre

Confine C’è il via libera della Camera, ora manca il Senato. Ok al 40% dell’orario di lavoro. Il sindacato: «Nel testo deroga solo per chi era in telelavoro al 31 marzo 2022, va corretto»

La Camera ha votato nel tardo pomeriggio di lunedì la proroga del telelavoro per i frontalieri sino al 31 dicembre. Ora - come anticipato nei giorni scorsi dal nostro giornale - per rendere pienamente operativo il provvedimento occorrerà attendere il voto del Senato, trattandosi di un Decreto Legge. La notizia dell’atteso via libera è stata ufficializzata dai deputati Stefano Candiani (Lega) e Andrea Pellicini (Fratelli d’Italia), i quali hanno confermato che «i frontalieri potranno riprendere a svolgere lo smart working sino al 40% del tempo dell’orario di lavoro», vale a dire 2 giorni la settimana. Questo dopo che dal 1° luglio, la quasi totalità dei 15 mila frontalieri interessati dal tema del telelavoro è rientrata in presenza oltreconfine, per non incappare in ripercussioni di natura fiscale.

Le contestazioni

Dentro questa approvazione c’è però un elemento che ha indispettito e non poco le organizzazioni sindacali. Elemento così perimetrato da Andrea Puglia, responsabile frontalieri del sindacato ticinese Ocst. «Per come è stato scritto l’emendamento, formalmente questa deroga varrà solo per quei frontalieri che erano in telelavoro al 31 marzo 2022 - la chiosa di Andrea Puglia -. Abbiamo segnalato questa anomalia ad alcuni emissari del Governo, che hanno riconosciuto l’errore, ma ormai era troppo tardi. Ci è stato assicurato che la data del 31 marzo 2022 è frutto di un refuso, ma in giurisprudenza i refusi non sono mai tali. Per questo in mancanza di un qualcosa scritto nero su bianco, è assai probabile che le aziende andranno in confusione».

L’altra problematica segnalata da Ocst riguarda il fatto che «la deroga del 40% varrà solo sul piano fiscale (dunque sull’Irpef) e non sul piano previdenziale (l’Inps)». Poiché l’Italia non ha ancora aderito ai nuovi regolamenti della Comunità europea, sul piano Inps rimarrà il tetto del 24,99%. Sulla vicenda ieri è intervenuto anche il presidente dell’Associazione Comuni Italiani di Frontiera, Massimo Mastromarino, che ha espresso l’auspicio «di una regolamentazione definitiva del provvedimento nei prossimi mesi, nell’ambito dell’attuazione del nuovo accordo fiscale».

Questioni ancora aperte

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Stefano Candiani e Andrea Pellicini, che hanno confermato di «aver insistito molto per questa proroga, che pur non risolvendo in via definitiva le problematiche su questa dibattuta vicenda, rappresenta un traguardo raggiunto a favore dei frontalieri».

Ora, come detto, serve l’ultimo via libera del Senato, dopodiché la proroga sino a fine anno e retroattiva al 1° luglio dovrà essere formalizzata alla controparte svizzera. L’obiettivo è arrivare ad un provvedimento in via definitiva entro fine anno, tenendo come base il “modello francese” ovvero i 2 giorni la settimana in telelavoro sperimentati in questi mesi. Si tratterebbe di una stabilizzazione accolta di buon grado su entrambi i lati del confine.

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