
(Foto di archivio)
Il report Rallentamento nei primi tre mesi dell’anno anche se il volume d’affari segna un incremento dell’1,3%. Due nodi: fine dei bonus e carenza di operai specializzati
Como
Edilizia lombarda in frenata nel primo trimestre 2025, la domanda debole preoccupa più della carenza di personale.
Secondo i dati emersi dall’indagine di Unioncamere Lombardia presentati ieri, dopo una crescita media del +4,1% nel 2024, i primi tre mesi di quest’anno evidenziano un rallentamento per le imprese del comparto, il volume d’affari segna un incremento tendenziale del +1,3%, mentre si registra una lieve flessione (-0,5%) nella variazione sul trimestre precedente.
Prosegue la crescita delle commesse con una variazione annua del +3,5%, in linea con i dati di fine 2024. Sul fronte occupazionale si registra un saldo positivo del +1,6% tra inizio e fine trimestre, dopo la flessione del -0,6% osservata nel quarto trimestre 2024. Il 45% delle imprese dichiara un aumento del volume d’affari, il valore più basso registrato negli ultimi anni, il 35% segnala una diminuzione, mentre il 20% indica stabilità.
Nel mercato privato le aspettative restano negative con i saldi peggiori registrati nelle ristrutturazioni (-28 punti) e nel comparto residenziale (-19 punti), anche il non residenziale mostra un saldo negativo (-10 punti), va leggermente meglio il mercato pubblico (+ un punto).
Cambiano le principali criticità del settore, per la prima volta, la debolezza della domanda (23% delle citazioni) supera la difficoltà di reperire personale (20%), che nelle rilevazioni precedenti era il problema principale. Il calo della domanda colpisce soprattutto le micro e piccole imprese, mentre tra le medio-grandi resta centrale la carenza di lavoratori qualificati. Altri ostacoli segnalati includono il costo dei materiali (14%) e l’eccesso di burocrazia (12%).
«Il mercato sta tenendo, il rallentamento riguarda alcuni comparti che si stanno assestando, soprattutto in seguito alla fine dei bonus – commenta Pasquale Diodato presidente Cna Lario Brianza - Il vero problema del settore resta la mancanza di personale, è necessario organizzarsi, perché chi va in pensione oggi non viene sostituito da figure altrettanto preparate. È proprio su questo fronte che si gioca la vera scommessa per il futuro dell’edilizia. Un altro aspetto importante è quello delle filiere, se ne parla da tempo, come associazione vogliamo provare a costruirle, soprattutto nel settore edilizio, dove è attivo il 30% dei nostri associati».
«Abbiamo già rilevato un calo su tutto il territorio nazionale – aggiunge Virgilio Fagioli presidente settore Costruzioni Confartigianato Como - Al momento resistono ancora i grandi cantieri legati al Pnrr e su Milano il mercato continua a mostrare segnali positivi. Per quanto riguarda i lavori privati, si registra un forte rallentamento, ci aspettiamo una discesa progressiva dell’attività che tenderà a stabilizzarsi, le imprese si concentreranno sulle piccole opere. Nel secondo trimestre prevediamo un ulteriore calo».
«Il rallentamento è legato sia alla conclusione degli interventi connessi al Superbonus, sia ai primi segnali di difficoltà del mercato immobiliare, a mantenere una certa tenuta è soprattutto il settore delle opere pubbliche, sostenuto dalle risorse del Pnrr – evidenzia Francesco Molteni presidente Ance Como - Quello che si avverte, in generale, è la preoccupazione per una continuità lavorativa che sta venendo meno. Diventa quindi essenziale introdurre strumenti normativi stabili, in grado di supportare i processi di rigenerazione urbana e l’efficientamento del patrimonio edilizio, oggi a rischio senza incentivi. Allo stesso tempo, è fondamentale garantire continuità negli investimenti pubblici anche oltre la scadenza del Pnrr nel 2026. Sul fronte della manodopera, il numero degli addetti resta stabile, ma iniziano a pesare i pensionamenti e le difficoltà nel reperire nuove figure qualificate».
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