Sicuritalia acquisisce il gruppo internazionale MAAT Security e si posiziona come secondo player privato in Europa

Il Gruppo ha incorporato Maat Security raggiungendo una quota ricavi di 740 milioni e i 17.500 collaboratori

Sicuritalia, leader del settore della sicurezza privata in Italia con un cuore comasco, ha perfezionato nei giorni scorsi l’acquisizione del gruppo MAAT Security, con sedi in Belgio, Olanda e Germania. Dopo un percorso che ha visto negli anni Sicuritalia crescere costantemente in doppia cifra sul mercato italiano sia per linee interne che grazie ad acquisizioni, l’integrazione di MAAT Security, rappresenta il primo vero passo, dopo la Svizzera, verso l’internazionalizzazione del Gruppo, posizionandolo, con 740 milioni di ricavi e 17.500 dipendenti, al secondo posto del mercato privato europeo della sicurezza.

Perché ha scelto in questo momento di acquisire il gruppo MAAT Security?

L’acquisizione del Gruppo internazionale MAAT Security - risponde Lorenzo Manca, presidente e amministratore delegato di Sicuritalia - si colloca all’interno del piano industriale del gruppo che copre il periodo 2022-2024 e che prevede tre principali direttrici evolutive: il consolidamento della leadership sul mercato italiano della sicurezza, l’avvio di un percorso di internazionalizzazione e lo sviluppo di soluzioni per i clienti, sia imprese che privati e famiglie, che prevedano l’integrazione di servizi e tecnologie con attività di sicurezza logica ovvero, come oggi più diffusamente chiamate, di cyber-security. L’operazione ha un alto valore strategico e rappresenta il primo passo di un percorso di internazionalizzazione che, se i presupposti saranno confermati, proseguirà nei prossimi anni.

Quale valore aggiunto e quali opportunità porta l’operazione al Gruppo Sicuritalia?

Germania, Olanda e Belgio sono mercati ampi e con un grande potenziale. Il Gruppo MAAT Security è specializzato principalmente nella sicurezza dei settori della grande distribuzione organizzata, della logistica, del fashion e della gestione di eventi, con ricavi consolidati di 35 milioni di euro, 900 dipendenti e sedi operative in questi Paesi. Si tratta di un Gruppo managerialmente ben strutturato, con un già discreto posizionamento sui mercati in cui opera e di una dimensione sufficiente per poter rappresentare un’ottima piattaforma di partenza sulla quale costruire le fondamenta del processo di internazionalizzazione e attraverso la quale poter garantire alla nostra clientela italiana un’assistenza adeguata anche per le loro sedi estere, con tutta la gamma dei nostri servizi, a partire dalle attività di risk consulting e travel security. MAAT Security costituirà il banco di prova per la definizione di un modello in grado di replicare in altri Paesi il cammino di crescita realizzato in Italia. La selezione di questa opportunità ha richiesto un lavoro di scouting ed analisi di un certo rilievo.

Solo opportunità o anche qualche rischio?

Certamente uscire dalla comfort zone implica sempre il fatto di rimettersi in gioco. In questo caso, ci confronteremo con mercati competitivi, con culture differenti, lontano da “casa”. Non è però per noi una novità. Sono partito da Como circa trent’anni fa per crescere, sia da un punto di vista personale che professionale, e per garantire alla mia azienda nuove opportunità, con lo stesso spirito col quale oggi, partendo dalla leadership del mercato italiano ci affacciamo ai mercati esteri. Il nostro management è già composto da persone con esperienze internazionali, che hanno contribuito attivamente all’acquisizione e che saranno, insieme con il management di MAAT Security, i futuri protagonisti di questa iniziativa. Il nostro know-how ed il nostro modo di fare impresa, insieme con le competenze specifiche dei mercati locali, costituirà un buon connubio per affrontare questa nuova sfida.

Sicuritalia come ha vissuto il difficile triennio che abbiamo alle spalle?

Nei primi due anni di pandemia, come tutti, siamo stati costretti a ripensare il nostro modo di operare, rimodulando i servizi erogati e le modalità di lavoro, creando da zero e tempestivamente un’intera gamma di nuovi servizi, unendo nuove tecnologie, la disponibilità di personale formato e le esigenze dettate dal Coronavirus e dalle nuove disposizioni. Dal punto di vista dei risultati, abbiamo difeso i fatturati, garantendo comunque un minimo di crescita. Più pesante del primo il secondo anno di pandemia, in cui il combinato disposto delle malattie del personale con i vincoli posti dalle normative per garantire la segregazione dei contagiati hanno pesato sulla disponibilità di risorse umane e sulle marginalità. Nell’ultimo anno trascorso, abbiamo la sensazione di essere usciti dalla fase più critica della pandemia e i numeri sono tornati a crescere in maniera rilevante come in precedenza. Nel corso del 2022, siamo anche riusciti a conseguire importanti risultati nello sviluppo del business, come per esempio l’aggiudicazione dei due principali lotti della gara Consip per la fornitura di sistemi di videosorveglianza e servizi connessi per le pubbliche amministrazioni, in competizione con concorrenti del calibro di Leonardo, Telecom Italia, Fastweb, ed anche a riprendere attività di m&a, acquisendo realtà locali o specializzate, come per esempio, dalla SAVE, che gestisce i principali aeroporti del Triveneto, la Triveneto Sicurezza, specializzata in servizi di sicurezza aeroportuale, con 350 addetti.

Quanto lo sviluppo della tecnologia sta cambiando il concetto di sicurezza? C’è qualche progetto particolarmente significativo a cui state lavorando?

L’innovazione tecnologica, la diffusione dell’IoT e la digitalizzazione delle imprese italiane e dei contesti famigliari hanno aperto le porte a molteplici configurazioni e servizi innovativi, dove l’interazione tra uomini, tecnologie ed ITC diventa una condizione necessaria. Questa innovazione ha contestualmente portato all’ampiamento delle infrastrutture e dei servizi applicativi ICT esposti verso l’internet e, di conseguenza, all’aumento delle minacce e dei cyber-rischi. La situazione che si sta realizzando, con una crescente consapevolezza degli utenti, rappresenta una grande opportunità, che stiamo cogliendo affrontandola a partire da quello che è la nostra principale competenza, rappresentata dalle tecnologie e dai sistemi di sicurezza, che oggi possono rappresentare end-point vulnerabili dal punto di vista cibernetico, fornendo soluzioni di Sicurezza Gestita, in grado di monitorare le minacce e garantire una pronta reazione.

Quali sono le principali criticità che state affrontando in questo momento di alta inflazione, rincaro dell’energia e, più in generale, del costo della vita? Avete difficoltà nel reperire manodopera?

Il rincaro dell’energia e dei combustibili ha impattato sui nostri costi, soprattutto su quelli degli automezzi che utilizziamo per garantire i nostri servizi. Più di tutto però viviamo il problema della scarsità delle risorse umane disponibili. Il mercato del lavoro è radicalmente cambiato. Il reddito di cittadinanza, la sensibile riduzione dei flussi migratori sud-nord, le incrementate aspettative, soprattutto dei giovani, legate allo smart-working o comunque a ritmi di vita che consentano maggiori spazi per la persona, hanno reso via via meno attrattivi i nostri “mestieri”, provocando un rilevante calo di offerta. Attualmente avremmo la possibilità di impiegare 1.500 addetti operativi in più, dalle guardie giurate, agli operatori fiduciari, ai tecnici installatori specializzati, ma che non riusciamo a reperire pur offrendo contratti a tempo indeterminato, particolarmente in quelle aree del Paese tradizionalmente più occupate, come Lombardia, Emilia, Veneto, Friuli e Toscana. Ma lo stesso problema lo viviamo sulle risorse umane di staff, dagli impiegati agli addetti ICT. Sono costantemente in corso attività di ricerca e selezione per colmare il gap.

Anche nel settore della sicurezza sta imponendosi il tema della sostenibilità?

A partire dal 2022, la Terra ha 8 miliardi di esseri umani. Entro il 2050, si prevede che la popolazione crescerà fino a 10 miliardi. Negli ultimi 100 anni la popolazione mondiale è più che quadruplicata. Si prevede che tra venti anni verrà prodotto il 40% di cibo in meno. A livello individuale la tutela della sostenibilità non è più un’opzione bensì un obbligo, se vogliamo garantire un futuro alla razza umana. Per le imprese questo concetto non è semplice da applicare. Infatti, sostenibilità fa il paio con regole e normative che la impongano e la sostengano, non solo a livello di Paese ma anche a livello globale. Senza queste, il rischio per le imprese più virtuose è quello di andare fuori mercato, per via dei costi implicati dalle azioni necessarie per realizzarla. Nel nostro piccolo, per contribuire, stiamo sostenendo “Save the Soil” (Salva il Suolo), un movimento globale, volto ad affrontare la crisi del suolo, riunendo persone da tutto il mondo, in difesa della salute del suolo e supportando i leader di tutte le nazioni nell’istituire politiche e azioni allo scopo di aumentare il contenuto organico nel suolo coltivabile, alla base della produzione degli alimenti. Come Sicuritalia, negli anni, abbiamo ottenuto varie certificazioni, come la ISO 14001 per l’Ambiente, la SA 8000 per la Responsabilità Sociale d’Impresa, la ISO 37001 per i Sistemi Anticorruzione, che ci hanno avvicinato alle tematiche trattate nel bilancio di sostenibilità. Nel 2022 abbiamo realizzato il nostro primo Bilancio di Sostenibilità, ispirandoci ai GRI Standards, pubblicati dal Global Reporting Initiative (GRI), che rappresentano ad oggi i modelli di rendicontazione non finanziaria riconosciuti dalle Società di Certificazione nonché i più diffusi a livello internazionale.

Ricavi e dipendenti

Sicuritalia è leader in Italia nel settore della sicurezza, con 740 milioni di euro di ricavi e 17.500 dipendenti;

L’attività si articola attraverso sette divisioni: Vigilanza Privata, Trasporto Valori, Servizi Fiduciari, Sistemi di Sicurezza, Investigazioni, Travel Security, Cyber Security

Centomila clienti

Sicuritalia ha più di 100.000 clienti, fra i quali annovera la maggior parte delle principali grandi aziende operanti in Italia nei settori industriale, bancario, commerciale e pubblico. Tra queste: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Carrefour, Esselunga, Tim, Leonardo, Fincantieri, Eni, Enel.

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