Tess, scuola di formazione
per i giovanissimi traduttori

La rivista Gli studenti del liceo linguistico “Casnati” di Como (terzo, quarto e quinto anno) spiegano cosa significa misurarsi con una sfida tanto complessa

5 Linguistico: Emma Baroncelli, Daniel Roberto Delzanno, Silvia Demicheli, Giulia Lombardo, Lisa Luo, Gaia Paparella, Michele Rava, Victoria Sade Rebai, Corinne Rossi, Fabiana Tettamanti, Lisa Valtulini

4 Linguistico: Tommaso Boninsegna, Federica Capodacqua, Arianna Costanzo, Sveva Ferrari, Maya Gazzola, Rebecca Grieco, Sara Guanziroli, Francesco Mosconi, Aurora Pusterla, Athena Santucci, Isabella Vismara, Beatrice Zucca

3 Linguistico: Cherubino Giulia, Cotugno Caterina, Ferrari Veronica, Fogal Emma, Fontana Loris, Galli Nik, Marzari Sara, Moralli Vanessa, Pedrazzoli Eleonora, Reni Nicole, Sofia Zanoni

Nonostante i numerosi mezzi a nostra disposizione, affrontare una nuova traduzione non è mai un gioco da ragazzi. Il lavoro del traduttore non è semplicemente convertire una parola da una lingua a un’altra, ma gestire un processo complesso che richiede una profonda conoscenza linguistica al fine entrare in empatia con il testo. In questo numero di Tess, una delle difficoltà che abbiamo dovuto affrontare riguarda l’interfacciarsi con numerosi neologismi ed espressioni particolari. Tuttavia, sono molti altri gli ostacoli da superare per conseguire un’accurata traduzione. Tra questi vi è la ricerca di un linguaggio settoriale, poiché per tradurre non è abbastanza conoscere la lingua ma è richiesto un approfondimento lessicale. Le ricerche terminologiche intraprese durante il processo di traduzione ci hanno anche permesso di ampliare notevolmente il nostro bagaglio culturale riguardo tematiche specifiche. Un esempio lampante è il lessico correlato a ‘Training and Education’, il tema della nuova edizione di Tess. Quest’anno, la possibilità offerta ci ha permesso di immergerci nel mondo del lavoro e della formazione, acquisendo un linguaggio settoriale, e stando al passo con la continua evoluzione del mondo del lavoro. Questo numero di Tess è interamente incentrato sull’importanza di unire la conoscenza teorica all’esperienza pratica, come fossero parti equamente importanti di un intero. Persino noi, nel nostro piccolo, ci siamo resi conto di quanto l’esperienza di tradurre per La Provincia sia stata fondamentale, poiché gli ultimi due anni di collaborazione con la rivista hanno posto le fondamenta del nostro linguaggio tecnico in diversi settori. In questo modo siamo stati in grado di comprendere a fondo i testi e di riproporli efficacemente in lingua inglese.

Un esempio di espressioni e lessico curiosi e insoliti è “Capri pants”, un tipo di pantaloni comunemente noti come “pinocchietti”, un termine inglese che nasce per fare riferimento ai pantaloni indossati dai pescatori capresi per evitare di bagnarsi le ginocchia lungo le rive del mare; oppure espressioni come “brainchild”, che tradotto significa “frutto dell’ingegno di”, che sostituisce semplici locuzioni come “created by” o “someone had the idea”. Nel mondo della traduzione le sorprese non finiscono mai ed è anche grazie a questo che noi ragazzi abbiamo l’opportunità di scoprire l’etimologia di parole che usiamo quotidianamente e arricchire il nostro lessico imparando espressioni più tecniche e raffinate nella lingua che studiamo. Tradurre è una continua opportunità per mettersi alla prova: la sfida più grande è quella di non fermarsi mai all’apparenza, ma indagare a fondo sul significato delle parole che scegliamo per trovare termini che possano incarnare appieno ciò che intendiamo esprimere. L’esempio più recente che ci viene in mente è “to shadow someone”, dalla parola “ombra”, ossia un verbo inglese che significa “affiancare”, proprio come gli studenti seguono le ombre dei propri maestri al fine di apprenderne l’arte e la conoscenza. Con la continua evoluzione della lingua, è sempre più frequente notare, specialmente tra i giovani e sui social, quanto termini e parole inglesi vengano italianizzate aggiungendo il suffisso “-ato” per esprimere concetti che altrimenti in italiano risulterebbero complicati o prolissi. Alcuni esempi sono “photoshoppato”, “matchato” o “taggato”. In una delle nostre traduzioni infatti ci è capitato di incontrare uno di questi neologismi, ovvero “croppato”, che riprende il termine inglese “cropped” (ritagliato), per definire uno stile particolare di giacca.

Traducendo abbiamo trovato espressioni prese dall’inglese che in italiano hanno un certo significato ma originariamente ne hanno un altro. Un esempio può essere “stage”, un termine francese che indica un periodo di alternanza scuola-lavoro, ma che in inglese significa “palcoscenico”. Gli inglesi, infatti, per indicare un tirocinio usano la parola “internship”, e colui che lo pratica viene definito “intern”. Un’altra scoperta curiosa è stata la differenza tra “tailor” (sarto) e “seamstress” (sarta): in italiano non è così comune trovare termini che si discostano tanto tra femminile e maschile. Come ultimo esempio citiamo il sostantivo “entrepeneur”, una parola di origine francese che significa “imprenditore / imprenditrice”. Nella nostra lingua questo termine ha due generi distinti, maschile e femminile. In quanto l’espressione “entrepeneur” è di genere neutro, può essere la soluzione per tradurre “imprenditore / imprenditrice” senza specificarne il genere, e senza ricadere nel più comune “businessperson”.

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