Economia / Como città
Giovedì 04 Dicembre 2025
«Tessile in crisi, vado via da Como
Porto la mia attività a Montecarlo»
Il creativo comasco Giovanni Lietti: «Non è stata una fuga improvvisata, ma la conseguenza logica dell’evoluzione del settore»
La crisi del distretto comasco si traduce in ordini ridotti, investimenti frenati e in un crescente squilibrio nei rapporti tra grandi marchi e fornitori. In questo contesto si colloca la scelta di un imprenditore che, dopo vent’anni tra Como e Milano, ha deciso di trasferire la propria attività nel Principato di Monaco.
«Non è stata una fuga improvvisata - spiega Giovanni Lietti - È stata la conseguenza logica dell’evoluzione del settore».
La sua attività nasce a Como, dove sviluppa realtà diverse tra le quali uno studio di disegno per aziende tessili che negli anni collabora con alcuni dei più prestigiosi brand. «Per molti anni il distretto ha funzionato. Ma negli ultimi tempi ogni anello della filiera ha iniziato a soffrire» dice Lietti. «Meno sfilate, meno progetti, meno investimenti: un rallentamento strutturale». A Milano Lietti ha aperto una sede in via Montenapoleone dedicata alla customizzazione artigianale — ma anche qui il quadro non è diverso. «Lavoravamo senza sosta, ma diventava evidente che il mercato stava cambiando direzione» racconta. La pandemia poi ha agito da catalizzatore di una fragilità già presente. «Il Covid ha accelerato processi che erano in corso: la polarizzazione del mercato e l’accentramento delle competenze nei grandi marchi. La filiera indipendente ha perso velocità e margini».
I numeri hanno iniziato a peggiorare. I ritmi di lavoro sono rimasti gli stessi, ma la redditività si è assottigliata. «La pressione era continua e i volumi non giustificavano più l’impegno necessario a sostenerli».
Nel 2020 Lietti sviluppa un accessorio dedicato alle località iconiche del lago di Como, pensato per il turismo internazionale. «Ma il mercato locale non lo ha recepito». Quella mancata risposta diventa l’indicatore di un problema più ampio. «Il distretto resta forte nella produzione, ma fa sempre più fatica a valorizzare iniziative indipendenti che potrebbero ampliarne la visione».
Arriva così la decisione di spostarsi nel Principato. «La motivazione è semplice: non si trattava più di crescere, ma di restare competitivi. E per farlo serviva un altro contesto.» Monaco non è un territorio sconosciuto per Lietti: dal 2010 collabora con Mondo Marine Monaco, dal 2013 partecipa all’organizzazione della Festa del Fitness e realizza capsule collection per Monaco Yachting Group. «Monaco è un luogo dove le decisioni si prendono velocemente e dove c’è una forte domanda di personalizzazione e prodotti unici». Nel Principato lancia Monaco Fashion Victim MC – Boutique of Excellence by Lietti, una struttura che combina customizzazione artigianale e second hand di alta gamma. «Monaco è un contesto ideale per un format che unisce unicità, ricambio e servizio personalizzato». Il progetto si inserisce in un segmento in crescita. «Il second hand di fascia alta non è più un mercato di nicchia: è un fenomeno globale, e Monaco è uno dei luoghi dove può esprimere al meglio il suo potenziale.» Lietti descrive la sua scelta come un passaggio obbligato: «Ho costruito a Como vent’anni di lavoro. Ma a un bisogna guardare la realtà del settore e prendere decisioni coerenti. La produzione è realizzata negli stessi laboratori del distretto e d’Italia, quindi continuo a promuovere la nostra creatività.»
Lietti sintetizza così il suo percorso: «Non ho lasciato l’Italia per andare all’estero. Ho lasciato un modello che non era più sostenibile per chi lavora nella parte creativa e indipendente della filiera».
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