Il Cardinal Cantoni:
Annunciamo al mondo
che il male non vincerà

Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto!». Sono le parole che si sentirono rivolgere le donne accorse al sepolcro e che questa notte, nella Veglia Pasquale, il Vangelo ha fatto risuonare, di nuovo, per tutti noi.

E oggi, nel giorno di Pasqua, siamo invitati ad andare, anzi, a correre davanti a quel sepolcro, senza paure, insieme agli apostoli Pietro e Giovanni, per vedere, con loro e come loro, che il Signore è risorto. Trovo molto consolanti le parole di sant’Agostino: “Fece sua la nostra morte e nostra la sua vita”. Ecco, allora, che a partire dal sacrificio di Cristo sulla Croce, quando la sua morte si è fatta la nostra vita, è giusto chiederci: davvero oggi noi stiamo cercando Gesù?

Egli, con la sua risurrezione, ci ha portato con sé trasferendoci nel Regno del Padre suo, per una vita eterna. È questo l’annuncio della Pasqua. Questa notte abbiamo vissuto il “passaggio” – questo il significato della parola “Pasqua” – dall’umanità vecchia a quella rinnovata, salvata. I gesti della liturgia ci hanno mostrato questo passaggio nel fuoco, nel cero, nell’acqua e nei nostri fratelli e sorelle che hanno ricevuto i sacramenti dell’Iniziazione cristiana.

Senza la fede, tuttavia, è complesso, anzi, diventa difficile, nel contesto storico che stiamo vivendo – dalle guerre alle sofferenze e povertà materiali e spirituali di tanti uomini e donne in tutto il mondo – annunciare la risurrezione del Signore.

C’è pericolo di essere giudicati illusi, lontani dalla realtà. Con la fede, invece, siamo invitati a verificare i segni di risurrezione che già da oggi sono presenti e si diffondono tra noi, come frutto della morte salvifica del Signore.

In questo modo constatiamo che il bene non viene mai soffocato dal male, che la verità non risulta sconfitta, che il perdono riesce a trionfare sull’odio e sulla vendetta, la fraternità vince sull’individualismo.

In tante parti del mondo e in tante occasioni noi stessi possiamo constatare queste realtà positive, a volte insperate, che testimoniano la vittoria dell’amore, la gioia in pienezza, unita al dono della pace.

Certo, il trionfo del bene, la completa fraternità, la totale realizzazione della vita sono beni che si manifesteranno nella loro completezza solo alla fine dei tempi, quando Dio sarà tutto in tutti.

Eppure ne gustiamo già da molte parti fin da ora i segni premonitori e noi stessi ne siamo meravigliati testimoni. Quante persone sono disposte ad annunciare che Dio sa far scaturire il bene anche da situazioni negative, da un male che sembrava insormontabile, frutti di bontà inimmaginabili. Come credenti in Cristo, crocifisso e risorto, possiamo dunque a verificare quei germi di vita nuova, segni di risurrezione, che il Signore semina attorno a noi e che a nostra volta siamo chiamati a coltivare e a diffondere.

Il Signore aiuti ciascuno a “vivere da risorti” nel Regno di Dio che appassionatamente contribuiamo a dilatare, mentre lo attendiamo in pienezza come dono del Padre.

Durante il Tempo di Quaresima e poi nella Settimana Santa in diverse occasioni mi sono chiesto se riusciamo, noi cristiani, a essere testimoni credibili della gioia di Gesù risorto.

Questo è l’impegno a cui siamo chiamati nel mondo: rendere vita quotidiana il Vangelo, mettendoci in dialogo con tutti: credenti, non credenti, credenti di altre religioni. La gioia della Pasqua è un dono che va condiviso e l’augurio che desidero esprimere a ciascuno è che davvero la luce della Risurrezione possa rischiarare ogni tenebra, donando pace e consolazione.

* Vescovo della diocesi di Como

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