

Paolo Villaggio era un grande cultore della letteratura russa. In particolare di Dostoevskij. In particolare, di “Memorie del sottosuolo” e di “Delitto e castigo”. Anche se, ripensando al meglio della sua opera televisiva, cinematografica e narrativa - perché, tra le altre cose, scriveva come un semidio - il rapporto di parentela che viene più immediato è quello con Cechov e Gogol.
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