La canzone stonata
non è quella di Marinella

Certo, la scelta della canzone per il karaoke fa cadere le braccia. Come si sa è stata “Marinella” di Fabrizio De Andrè in cui, com’è noto, la protagonista affoga. Ma si sarebbe potuto fare anche peggio, magari “Onda su Onda” di Bruno Lauzi, o “In alto mare” di Loredana Bertè, oltre alla già citata da un blog satirico, “Fin che la barca va” di Orietta Berti. Di più stonato della colonna sonora scelta per i 50 anni di Matteo Salvini, festeggiati con gli amici Giorgia (Meloni) e Silvio (Berlusconi) subito dopo il Consiglio dei ministri a Cutro, luogo della tragedia dei migranti, ci sono solo le critiche dell’opposizione, in particolare dei giornali anti governativi.. Certo se questa è la dialettica democratica, poi non c’è da stupirsi se la democrazia è in crisi e la gente va al mare (e ridagli) anziché alle urne.

Si è letto di tutto contro la festa del Capitano (e quindi non poteva mancare il coro come ricorda chi andava a letto dopo Carosello) compreso che, per rispetto delle vittime del naufragio, avrebbe dovuto post datarla di quattro mesi. Al leader della Lega si può imputare di tutto, ma non di essere venuto al mondo nei tempi indicati dalla biologia. Perché non avrebbe dovuto celebrare la sua ricorrenza con chi gli pareva (poi de gustibus, anche se il Cav a una festa ci sta perché ci vuole sempre qualcuno che sa raccontare le barzellette).

Se già vi preme il sopracciglio dell’indignazione, meglio sgombrare il campo dai dubbi. Questo pezzo non vuole ridicolizzare il disastro del naufragio e delle politiche sull’immigrazione a livello nazionale ed europeo, che sono cose serissime. Ma, proprio per questo, non è il caso di strumentalizzare per attaccare il governo sulla festa per i 50 anni di uno dei vice premier. Se questa è la lotta politica in Italia, arrendiamoci. C’è da sperare che Ely Schlein, se la gestione del magmatico Pd glielo consentirà, riesca a raddrizzare la barra, magari a cominciare da una politica meno ondivaga sulle armi all’Ucraina, dicendo cose di sinistra, ma quella seria, di una volta.

Peraltro questo esecutivo con le dichiarazioni dei ministri che sembrano uscite dal bar della Pesa e non solo, di appigli a un’opposizione seria, determinata e grintosa, ne offre. Senza bisogno, e questo vale anche per i giornali, di andare a frugare nel privato dei ministri, anche se ostentato da questi ultimi. Così, anzi, si fa solo il loro gioco. Perché enfatizzare con le critiche la festa di Salvini assieme a Silvio e Giorgia, significa amplificare gratis il messaggio della presunta unità del governo che, con ogni evidenza, i tre volevano veicolare.

Insomma, ancora una volta, l’opposizione ha fatto il gioco della maggioranza. E alcuni giornali ormai incapaci della minima capacità critica, gli sono andati dietro. Non è bastata la lezione della campagna elettorale, quando tutto questo ostentare il grottesco pericolo fascista, ha giovato solo a Meloni & C. Sbagliando non si impara e se non cambierà registro, la minoranza finirà per diventare la miglior garanzia per la sopravvivenza del governo, a prescindere dalle sue azioni. Insomma sarebbe stato meglio lasciare che Salvini celebrasse la sua festa in pace, per fargliela poi (politicamente) in Parlamento sulle sue azioni e quelle della sua emanazione Piantedosi. Se si voleva rovinargliela davvero, insomma, sarebbero stati possibili altri metodi, magari non mutuati dai social.

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