La pandemia diventa
una commedia di Pirandello

Mentre a Roma è di scena l’appassionante caccia al voltagabbana per far nascere il Conte ter dalle ceneri ancora fumanti del Giuseppi bis e in Regione Lombardia si sta svolgendo una gara di arrampicata sugli specchi da cui potrebbe scaturire un primato mondiale, verrebbe da domandarsi a chi è in mano la salute degli italiani. Dettaglio tascurabile visti i pensosi e impegnativi cimenti dei nostri politici, non fosse che il Covid è ben lontano dal togliere il disturbo, una distanza che si allungherà anche per il pasticcio dei vaccini Pfizer, la cui fornitura si è interrotta proprio quando cominciavamo a farci la bocca all’immunità di gregge, senza che si capisca bene il perché e soprattutto di chi sia la colpa.

Su questo aspetto pare che la faccenda sia in via di risoluzione senza peraltro che i rappresentanti del popolo italico abbiano toccato palla, mentre in Israele, tanto per fare un esempio virtuoso, hanno messo su una campagna vaccinale che li porterà in poco tempo a starsene tranquilli e riporre le mascherine nella bacheca dei cimeli.

Dalle nostre parti, in terra lombarda, c’è da mettersi le mani nei capelli. L’assessore al Welfare e alle gaffes Giulio Gallera è stato messo da parte con un cartello al collo recante la scritta “capro espiatorio”. Al suo posto è arrivata Letizia Moratti che trasuda efficienza fin dall’acconciatura dei capelli. Eppure ci siamo ritrovati in zona rossa per una settimana senza meritarlo. Forse è stato anche meglio così, si sono evitati contagi e magari alcune vittime. Ma vai a raccontarlo ai commercianti del “saldus interrupputs” che tentavano di mettere qualche pezza alla disastrosa annata. E anche i ragazzi del secondo e terzo anno delle medie e dell’intero ciclo delle superiori costretti ad altri giorni con l’alienante didattica a distanza. Per tacer delle altre conseguenze sul tessuto economico e sociale. Alla fine ci è andata anche bene, almeno sotto il versante sanitario. Ma chi ci dice che a furia di toppare con i dati non possa capitare o non sia già accaduto il contrario: cioè di stare in una zona dal colore più tenue con una situazione che avrebbe invece richiesto un inasprimento dei lockdown? Un’altra delle tante domande a cui la politica non può o non vuole rispondere che si va ad aggiungere al librone aperto il giorno in cui si è scoperto che questo virus, immaginato come una piaga solo destinata ai cinesi, era tra noi e aveva già avviato la sua azione devastante. C’è la magistratura al lavoro su quanto accaduto nei Comuni in provincia di Bergamo più colpiti nella primissima ondata e nelle Rsa che hanno visto stragi di anziani. La politica continua a fare orecchie da mercante, salvo ribadire, nelle ormai famose parole del presidente lombardo, Attilio Fontana, che avrebbe rifatto tutto come prima. E forse sta anche accadendo.

Perché il paradosso nella gestione di questa emergenza da parte della politica, nell’orgia di comunicazioni, aggiornamento quotidiano di tamponi, contagi, vaccini somministrati, curve e tendenze sull’andamento, tristi elenchi di morti è l’assoluta mancanza di trasparenza nei dati. Lo dimostra il caso zona rossa-arancione che ancora non è chiaro del tutto. Chi ha sbagliato? Roma, Milano, tutti e due o non c’è nessun colpevole come ha concluso con un fragoroso innesto di retromarcia lo stesso Fontana. Insomma, si può gestire una pandemia come se fossimo in una commedia di Luigi Pirandello? Altre domande destinate a rimanere inevase, come quella sui vaccini che chiama in causa il governo nazionale. La compagna doveva essere il nostro sbarco in Normandia per arrivare prima possibile a indurre il Covid a estinguersi in un bunker. Invece è subito mancata la sussistenza, cioè la possibilità di somministrare l’antidoto a più persone possibile mobilitando ogni risorsa disponibile, e quindi sono venute meno anche le truppe. Fosse accaduto nel 1944 magari oggi parleremmo tutti tedesco. E i generali, cioè i responsabili ammesso che ve ne siano come per il caso dei colori sbagliati della Lombardia, sono ancora tutti al loro posto. La nostra regione, purtroppo dice la sua anche qui: è penultima per rapporto richiami e popolazione. I reconditi obiettivi di Renzi con il suo 2% sono molto più efficaci della possibilità di sconfiggere il virus. Sarà la politica, ma non è una bellezza.

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