Le scuse di Michelle
al grande conformista

Alla metà degli anni Settanta, in qualsiasi scuola media di provincia c’era sempre il buffone della classe che, proprio per questa sua attitudine caratteriale, provava ogni volta a diventare l’anima delle feste di compleanno.

Il problema è che non tutti nascono Oliver Hardy o Jerry Lewis e quindi il più delle volte le imitazioni della maestra miope, del vigile panzone o del ciabattino balbuziente non facevano ridere nessuno. Per non parlare poi di quella del francese con la erre moscia, del tedesco ottuso alla Sturmtruppen e del napoletano tutto pizza, serenate e mandolino. Ma era quando proponeva la parodia del cinese che parlava con la “elle” al posto della “erre” mimando gli occhi a fessura tirandoli con gli indici delle mani che il malcapitato veniva cacciato tra pernacchie, insulti, schiaffi del soldato e lancio di palle di cartapesta, torsoli di mela e smozzichi di focaccia rancida. Quella del cinese era una gag già vecchia e stravecchia quarant’anni fa. Figuratevi oggi.

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