Perché nessuno sia mai più solo

Cari amici e amiche,

vorrei raggiungervi personalmente, in questo giorno di Natale, con il mio più cordiale saluto e augurio. Entrare nelle vostre case, sedermi a tavola con voi e la vostra famiglia, guardarvi negli occhi e ritrovare le ragioni della speranza. Dirvi davvero: non siete soli! Dio fa strada con noi!

Così ho scritto nel discorso alla Città di Como, in occasione della festa del patrono sant’Abbondio, lo scorso 31 agosto:

«Il nostro tempo, lo sappiamo, è malato di solitudine. Il forte individualismo ci rinchiude in noi stessi e non basta la tecnica, a partire dagli onnipresenti smartphone, per compensare una ricerca di senso che portiamo scritta indelebilmente nella nostra mente e nel cuore».

Nel discorso citato, ricordavo vari esempi, a volte drammatici, di questa condizione di “vita a metà”: l’isolamento degli “appartamenti” nei quali viviamo, la penosa condizione di anziani e ammalati, senza nessuna rete di relazioni, il dramma di adolescenti e giovani troppo soli imprigionati nei diversi paradisi artificiali, la fatica generalizzata di creare amicizie vere...

Il mio appello, che ripeto convintamente anche oggi, è stato: «La nostra città di Como ha bisogno di più amicizia!».

Lo ripeto, non perché a Natale tutti “dobbiamo essere più buoni”, mascherando con i lustrini dei nostri regali le ferite che ci portiamo dentro. No! Ciò che mi spinge, è la certezza della fede nel mistero che a Natale viene celebrato: Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi!

Il vangelo di San Giovanni, che leggiamo in questo giorno di Natale, racconta che il Verbo eterno, Dio stesso, ha “piantato la sua tenda” in mezzo a noi, ha preso un corpo di carne come il nostro, nascendo da Maria nella povertà di una grotta, nella campagna di Betlemme. Una “tenda” fragile, quella di Gesù, come la nostra vita, con le sue sfide, le relazioni, le paure e le scoperte, la fatica e, non ultimo, la morte, che Lui ha sconfitto nella risurrezione pasquale, primogenito dei viventi che siamo anche tutti noi!

Ecco perché, cari fratelli e sorelle, possiamo dire: “Mai più soli”! Se Dio stesso è con noi, se la nostra vita ha un senso di marcia ben definito - tornare nella casa del Padre che ci attende nel suo abbraccio di misericordia -, se la promessa di Cristo risorto “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del tempo” è vera, allora l’impegno quotidiano per costruire rapporti di amicizia e di bene non è destinato al fallimento, a causa delle nostre incoerenze e pavidità. Non spaventiamoci, c’è tanto male, certamente, ma abbiamo tanti segni di speranza e sentieri da percorrere insieme.

Posso chiedervi, per favore, un regalo? Possiamo provare ad iniziare le nostre giornate – e non solo il 25 dicembre! – col proposito di essere un po’ più attenti a chi ci sta vicino? Cortesia, gesti meno superficiali, senza parole arroganti, un sorriso e qualche briciola di tenerezza… in famiglia, sul lavoro, quando guidiamo l’automobile, con i vicini di casa… nei nostri pensieri e nelle nostre azioni, insomma: sempre! Difficile, certamente, ma non impossibile, giacché non siamo soli anche in questa impresa.

Concludo questi brevi appunti, ringraziandovi nel nome del Signore e assicurando per tutti la mia preghiera, soprattutto per chi vive situazioni di dolore, la perdita di una persona cara, la sfida della malattia, le difficoltà economiche.

E non dimentichiamo i Paesi feriti dalla guerra e da violenze disumane, anche proprio là dove Gesù si è fatto uomo! Lavoriamo per la pace, superiamo le contrapposizioni ideologiche e costruiamo insieme una città dove nessuno sia più solo.

Con la mia benedizione, carissimi!

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