Un bilancio risanato val bene un Warhol, e anche due. Anzi, diciamola tutta: un bilancio a posto val bene un paradosso.
Quale? Semplice: uno dei musei più importanti del mondo, il Metropolitan di New York, ha fatto sapere che per tappare il “buco” nei conti – qualcosa come 150 milioni di dollari – potrebbe essere costretto a vendere parte della sua collezione. Una parte minima, probabilmente, visto che il “Met” ospita un numero enorme di opere, ma comunque un passo verso l’impoverimento, verso la diminuzione della sua raccolta e, dunque, del suo status di faro (e porto) artistico mondiale. Ed ecco che si intravede il paradosso: siccome anche altre istituzioni hanno fatto sapere di avere la stessa intenzione – quelle di Baltimora e di Brooklyn, per esempio – avremo presto dei musei dai bilanci impeccabili ma dalle pareti bianche di intonaco, dai conti floridi, inattaccabili, ma senza più capolavori da mettere in mostra. Avranno ancora il diritto di chiamarsi musei, di ergersi a istituzioni di riferimento per la conservazione e la valorizzazione dell’arte, di organizzare mostre degne di questo nome?
© RIPRODUZIONE RISERVATA