Sdraiamoci sulla Regina: non ci faremo male

Abbiamo una certezza e una quasi certezza. Cominciamo dalla seconda: il ponte sullo Stretto di Messina, fortemente voluto dal ministro delle Infrastrutture e segretario di un partito che una volta aveva il termine “Nord” nella denominazione sociale, forse si farà. La variante Tremezzina sul lago di Como (più a Settentrione di qui siamo in Svizzera),no. Meglio avere almeno il coraggio di dirlo, o forse, come ha buttato lì a mo’ di provocazione il sindaco di Griante, Pietro Ortelli, di rinunciarci.

E se, beato chi crede ancora, la strada sarà ultimata, non succederà nei tempi promessi. Stiamo già mettendo in cantiere (metafora non casuale) un nuovo contatore dal titolo “La variante Tremezzina avrebbe dovuto essere completata da x giorni”. L’ultima notizia sull’infrastruttura, nello stillicidio di stop and gol, dove i primi superano alla grande i secondi, riguarda le cosiddette “volate”, cioè le esplosioni nella roccia indispensabili per costruire dei tunnel: l’arteria come noto è stata progettata con un percorso in gran parte in galleria. Da quanto ha appreso il nostro giornale, questi “botti” riprenderanno con regolarità solo dopo Capodanno. Prima ce ne sarà qualcuna dimostrativa, giusto per dimostrare che c’è un po’ di vita su Marte, inteso come il cantiere lontano come il pianeta Rosso dalle aspettative di coloro che passano le giornate smoccolando in coda sulla Regina e le sue strettoie.

Per fortuna, solo pochi giorni fa, durante la sua partecipazione al forum Ambrosetti, il ministro Matteo Salvini, aveva detto a “La Provincia” che sta seguendo l’opera con la “massima attenzione”. Pensate un po’ se fosse stato pure disattento…

Ma non è giusto tirare in ballo solo la Lega, anche se è un partito molto votato sul lago e il suo capo è il ministro delle strade. Gli altri partiti cosa stanno facendo per la variante Tremezzina? Più o meno ci mettono lo stesso impegno dedicato al secondo lotto della tangenziale di Como (altra isola che non c’è) o a evitare il pedaggio sulla Milano-Meda, l’ennesima beffa legata alla Pedemontana, altra opera a cui sarebbe stato meglio rinunciare. Sulla variante Tremezzina ci hanno detto di aver pazienza perché la precedenza ce l’ha la tangenziale di Tirano, visto che l’anno prossimo, in Valtellina ci sono le Olimpiadi.

Chissà se a qualcuno è venuto in mente che per raggiungere la Valle si può anche passare per il lago di Como, meta turistica per eccellenza: e la variante terminata avrebbe potuto coniugare l’utile e il dilettevole. Invece, i “turisti olimpici” li regaleremo ai cugini lecchesi che la loro variante sul lago l’hanno fatta grazie a politici più attenti al territorio dei nostri. Pensare che avremmo anche un ministro, due sottosegretari, la capogruppo del principale partito di opposizione, evidentemente tutti alle prese con altre priorità, oppure pesi piuma a Roma.

Bei tempi quelli in cui se servivano risorse per il lago si portavano a casa. Belli e altri tempi. Perché la variante è solo una questione di quattrini: se qualcuno riuscisse a portarli a casa le “volate” diventerebbero una Piedigrotta. Che possiamo fare cari cittadini laghee, ma non solo? Magari smettere di votare, ma tutti però: astensione al cento per cento. Oppure sdraiarsi sulla Regina e star lì finché i cantieri non ripartono sul serio. Il rischio di farsi male perché investiti è minimo: le auto sono ferme in coda.

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