Erba, No ai pannelli solari sul tetto dell’azienda. L’area industriale è anche vincolata

L’obiettivo di risparmiare sui consumi energetici si scontra con la normativa. Il via libera è condizionato a una mascheratura laterale: «Mi costerebbe 120mila euro»

Nei giorni in cui l’Unione europea valuta l’obbligo di posare pannelli fotovoltaici su tutti gli edifici pubblici e commerciali entro il 2030, un imprenditore erbese non riesce ad avere l’autorizzazione per metterli sul tetto della sua azienda nell’area industriale della città.

Il motivo? Sarebbero troppo impattanti in area vincolata, il via libera è condizionato a una mascheratura costituita da pareti laterali che verrebbero a costare 120mila euro.

Gli ostacoli

Protagonista della storia è Alfredo Bresciani , titolare della Satinal Spa. La sua azienda di via del Lavoro è specializzata nella realizzazione di vetri di sicurezza e di pellicole utilizzate per la produzione degli stessi pannelli fotovoltaici (in questo campo è l’unica in Europa). Qui lavorano 40 dipendenti, altri potrebbero essere assunti a breve.

Bresciani aveva già avuto problemi con il Comune di Erba. Tempo fa aveva chiesto il permesso di installare una copertura temporanea tra due container per riparare alcuni materiali, ma l’autorizzazione non è mai arrivata. Il motivo? Ambientale.

L’azienda effettivamente è in area vincolata, a poche decine di metri dal torrente Lambrone, anche se si trova nel cuore dell’area industriale della città con vista - poco piacevole - sul sovrappasso in via di realizzazione tra via Trieste e via Milano.

«Questa volta - dice Bresciani - non chiediamo un capannone temporaneo, ma di posare pannelli fotovoltaici su una parte del tetto del nostro edificio per migliorare l’efficienza energetica dell’azienda». Un intervento che sarebbe realizzato «in un periodo in cui non si parla d’altro: l’Unione europea valuta di rendere obbligatori i pannelli entro il 2030, la priorità è ridurre la dipendenza energetica dalla Russia, lo stesso Governo di Mario Draghi vorrebbe semplificare le procedure per la posa dei pannelli».

La spesa

Il punto è che l’area in cui si trova la Satinal è sotto vincolo. «I vigili del fuoco ci hanno spiegato come dovremmo posare i pannelli, nessun problema. La commissione paesaggio chiede però una mascheratura, delle barriere laterali».

Con un costo non indifferente: «Mi sono fatto fare un preventivo: 120mila euro in più per una questione di gusto estetico, soldi che potrei utilizzare per pagare gli stipendi ai miei dipendenti. Io non chiedo al Comune di aiutare gli imprenditori, non ho mai visto un sindaco, chiedo solo di non mettere i bastoni fra le ruote».

Il tema è delicato, anche perché l’imprenditore ha in corso una procedura di richiesta formale. La risposta che arriva (informalmente) da Palazzo Majnoni è chiara: quella zona è vincolata per la presenza del fiume a breve distanza, in questi casi le normative nazionali prevedono vincoli specifici che non possono essere scavalcati.

Si può contestare il senso di quel vincolo, ovviamente, ma è una lamentela che va oltre le competenze del Comune e delle sue commissioni chiamate a far rispettare la legge.

Luca Meneghel

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