Fuga dal Sudan in fiamme, evacuata dalla Farnesina volontaria comasca con la famiglia

L’emergenza Gli operatori della Ong di Ponte Lambro Ovci rientrano dopo l’allarme per la sicurezza nella capitale

Alta tensione e guerra in Sudan: il piano di rientro degli italiani coordinato dalla Farnesina sta riportando in Italia circa 200 connazionali che hanno chiesto di tornare, preoccupati dall’alzarsi del livello conflitto armato nella capitale Khartoum, a causa degli gli scontri tra esercito e paramilitari. Sono cinque i collaboratori di Ovci – Organismo di volontariato per la cooperazione internazionale con sede a Ponte Lambro, che stanno rientrando in Italia dal Sudan. Si tratta di Tatiana Tavano, Stefano Fagnani, Lorenzo Rigo, Giulia Dal Cin, Sebastiano Mazzotta, oltre alla volontaria in Servizio Civile Universale Martina Marsonet, operativi a Khartoum.

E con loro si è imbarcata anche l’erbese Silvia Bonanomi, con la famiglia. Ex collaboratrice di Ovci a Khartoum da agosto 2015 ad aprile 2021, Bonanomi ha deciso di rientrare, considerata la drammatica situazione nel Paese e la condizione di insicurezza creatasi nell’ultima settimana.

«Abbiamo avvertito fortemente il bisogno di partire da parte dei nostri connazionali – dice Cinzia Ballerini, collaboratrice di Ovci - inoltre c’è stato l’invito dell’ambasciata a lasciare il Paese. Non c’erano le condizioni minime di sicurezza. Nelle ultime comunicazioni ci è stato detto che gli scontri erano sempre più vicini e che c’erano difficoltà crescenti nel reperimento di provviste alimentari».

In Sudan, Ovci è impegnata in progetti a favore delle persone con disabilità. I collaboratori erano impegnati nel rafforzamento dei diritti alla salute, all’istruzione e alla vita dignitosa delle donne, delle ragazze e delle bambine più vulnerabili delle aree periferiche di Khartoum e in attività a sostegno dei bambini con disabilità che necessitano cure sanitarie e riabilitative, oltre alla collaborazione con l’Ahfad University for Women – corso di Laurea in Scienze Riabilitative, fisioterapia. Ovci ha poi diffuso un comunicato: «Siamo sollevati per l’esito positivo dell’evacuazione, ma il nostro pensiero è rivolto a tutta la popolazione, in particolare i bambini, e ai nostri collaboratori sudanesi che permangono in questa drammatica situazione. Speriamo che il conflitto si possa risolvere nel breve periodo e che tutte le attività in supporto alla popolazione con disabilità e fragilità possano riprendere al più presto».

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