La Tangenziale di Como entra nella campagna elettorale: «La Regione si faccia sentire»

Viabilità Secondo lotto al palo perché mancano fondi. Fermi (Lega): «Vanno trovati, la Lombardia può contribuire». Orsenigo (Pd): «Situazione da sbloccare, non si scarichi tutto su Anas». Molinari (FdI): «Dialogo serio con Roma»

Il completamento del secondo lotto della tangenziale di Como, “differito” nel 2009 e da allora mai finanziato, tiene banco anche in campagna elettorale. La Regione ha chiesto che ad occuparsene sia Anas, ma al momento di passi in avanti sostanziali non ne sono stati fatti.

Il nodo dei 700 milioni

«È evidente che il secondo lotto della tangenziale è la priorità rispetto alle opere in provincia di Como, al netto della variante di Tremezzo» esordisce il presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi, candidato per la Lega.

E poi chiarisce: «Non credo che ci siano parecchie discussioni da fare e oggi l’unico obiettivo è recuperare le risorse economiche. Abbiamo inserito come Regione il completamento nelle priorità di Anas e questo è fondamentale anche per evitare il tema del pedaggio, che non ci sarebbe con fondi pubblici». Fermi dice però che un accordo con Roma va trovato: «Regione Lombardia, al netto di un’importante partecipazione economica da parte di Anas è a mio avviso disponibile, così come è stato fatto con il modello della variante di Tremezzo, a contribuire per un’opera così importante. Se c’è un momento storico in cui ci sono fondi pubblici per finanziare le opere è proprio questo e i prossimi anni. Dobbiamo riuscire a raggiungere l’obiettivo del finanziamento del secondo lotto entro il mandato regionale e del Governo: è un’occasione unica. Non so quando ci saranno altre occasioni di avere fondi pubblici, collegati anche al Pnrr e alla programmazione europea, per poter realizzare l’opera».

Il nodo, insomma, resta quello economico: da reperire ci sono circa 700 milioni di euro e poi bisognerà trovare il modo di “riscattare” il primo tratto da Pedemontana per eliminare il pedaggio. Non è uscente, ma corre per Fratelli d’Italia (attualmente non rappresentato al Pirellone) Stefano Molinari, comasco e coordinatore provinciale dei meloniani e già assessore alla Viabilità che parla di «sconcertante rimpallo di responsabilità su un’infrastruttura importantissima per il nostro territorio che i cittadini comaschi attendono da vent’anni». Che fare, quindi? «È necessario senza perdere ulteriore tempo che Regione Lombardia avvii un dialogo serrato con il ministero delle Infrastrutture che porti alla rapida condivisione del tracciato. Ricordiamoci inoltre delle promesse fatte sulla gratuità che vorremmo fossero mantenute».Angelo Orsenigo, candidato Pd e consigliere uscente, se la prende con il centrodestra: «La storia infinita della tangenziale di Como deve chiudersi in un solo modo: con il completamento del secondo lotto e la gratuità per il primo. Insomma, con lo sblocco della situazione e con il mantenimento di promesse infrante dal centrodestra». E attacca il governatore: «La giunta Fontana ha tentato di scaricare il dossier sulle spalle di Anas: un’ammissione di fallimento. Come se non bastasse, nel 2018, in campagna elettorale prometteva la gratuità del primo lotto. Cinque anni dopo, ancora nulla. Possiamo davvero stupirci se i passaggi di veicoli sul primo lotto sono stati solo 11mila nel 2021? Noi comaschi paghiamo ancora un pedaggio salatissimo per un’infrastruttura incompiuta. Sulla carta la tangenziale sarebbe vitale per collegare la provincia di Como e togliere traffico dai centri urbani».

Erba (M5S): «Altra mobilità»

Per il Movimento 5 Stelle si ricandida Raffele Erba, da sempre scettico sull’opera nel complesso (che però gli alleati del Pd vogliono completare): «Troppo spesso le grandi opere lasciano i territori senza risposte e spesso rischiano di diventare come il Ponte sullo Stretto, rispolverato solo durante la campagna elettorale ma poi troppo costoso da mettere a terra . Ciò che è certo è che la maggioranza di Fontana non ha risolto i problemi legati ai trasporti, realizzando solo opere inutilizzate perché con pedaggi troppo alti (come la Bre.Be.Mi o il nostro primo lotto della tangenziale) e lasciando allo sbando Trenord. Il problema è la mobilità del nostro territorio che va riprogettata».

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