Cronaca / Como città
Giovedì 30 Ottobre 2025
I dehors fissi saranno vietati fuori dai locali: «Grave danno, regole da cambiare»
Como Le verande esterne dovranno essere facilmente smontabili e rimosse dopo sei mesi, in accordo con quanto stabilito dalla legge nazionale. Ciceri (Fipe-Confcommercio): «Non siamo stati consultati»
Como
«Questo dehors esiste dal 1982, anche solo pensare di rimuoverlo è una spesa non banale, parliamo di decine di migliaia di euro... e intanto si perdono 45 posti». Franco Viganò insieme al fratello gestisce lo storico bar in via Ballarini, bar La Quinta, da una ventina d’anni ma la veranda fissa che occupa il suolo pubblico sulla via del centro esiste da più di quarant’anni.
Con l’adozione della modifica all’articolo 67 del regolamento edilizio sulle chiusure stagionali degli spazi commerciali, però, Viganò si troverà a dover rimuovere la storica veranda e sostituirla con una smontabile.
Di cosa si parla
La stessa situazione riguarda una ventina di locali in città che da lunedì, quando la modifica al regolamento è stata votata in consiglio comunale, si interrogano sul proprio futuro. «Noi perdiamo quasi la metà dei coperti in questo modo e se è vero che i turisti stranieri sono più predisposti a mangiare all’esterno, magari con lampade riscaldanti, lo stesso non si può dire degli italiani - racconta Eric Bocconcello gestore de La Vita è Bella in piazza De Orchi, vicino a viale Geno - Su 70 totali, una trentina sono nel dehors. La modifica al regolamento era nell’aria da tempo... ad aprile abbiamo chiesto il rinnovo della concessione per l’occupazione del suolo pubblico, ma dal Comune nessuna risposta».
I dehors sono strutture che delimitano uno spazio per la ristorazione all’aperto, sulla strada pubblica, costituite da pareti rigide e trasparenti. Possono essere stagionali, ovvero utilizzati per un periodo di tempo limitato durante l’anno, oppure permanenti. Appartengono a questa seconda categoria verande situate in città da decenni che, come conseguenza delle modifiche al regolamento adottate in consiglio comunale, dovranno essere sostituite da strutture provvisorie e smontabili.
Il termine massimo per il loro utilizzo diventerà, per volontà del Comune che vuole adeguarsi a una norma del 2001, di sei mesi all’anno. Da piazza Mazzini a viale Geno, ma anche in alcune aree fuori dalle mura, i dehors permanenti sono una ventina. Di questi temono di più conseguenze per i propri affari gli esercenti con una clientela locale, poco disposta a occupare spazi all’esterno nei mesi freddi.
L’intervento della categoria
«Non siamo stati interpellati dal Comune su questa novità - spiega Giovanni Ciceri, presidente Fipe-Confcommercio Como, a nome degli esercenti in città - C’è la necessità di regolare, ma le regole proposte costituiscono un grave danno per la categoria . Siamo pronti al confronto con il Comune». La modifica al regolamento è ora stata adottata ma dovrà tornare in consiglio per l’approvazione del regolamento completo, entro dicembre. Nel frattempo, Confcommercio conta di riuscire a spingere il Comune ad ascoltare le necessità della categoria e intervenire sulle modifiche proposte. Un primo incontro con gli esercenti per raccogliere le loro perplessità è in fase di organizzazione.
Ma nel frattempo non mancano esercenti che, a fronte del danno economico all’orizzonte, hanno già pensato a muoversi per vie legali.
Come funziona altrove e cosa stabilisce la legge
La casistica varia perché ogni Comune può stabilire regolamenti specifici, in accordo con le norme nazionali
Occupazioni permanenti del suolo pubblico tramite l’utilizzo di dehors si registrano in diversi capoluoghi lombardi: a Bergamo, per esempio, si distingue tra verande stagionali, che possono essere usate per un massimo di sei mesi, e verande permanenti. Lo stesso accade anche a Brescia, mentre per esempio a Lecco si legge che tra le caratteristiche strutturali dei dehors ci deve essere quella di essere facilmente sottoposti a «rapido smontaggio e pronta e immediata rimozione in qualunque momento sia necessario o venga richiesto dall’amministrazione». Una specificazione richiesta anche dal Comune di Lodi.
Nei casi individuati di dehors permanenti la concessione del suolo pubblico ha comunque una durata fissata: in alcuni capoluoghi la concessione viene data per sei anni, in altri anche per nove. A Pavia due anni fa è stata approvata una delibera che permette agli esercenti con maxi dehors chiusi e riscaldati di avere una concessione di dieci anni prorogabile per altri dieci. La decisione presa dal Comune era stata accolta nel 2023 da alcune polemiche relative alla tutela del centro storico dalla presenza delle strutture rigide giudicate in alcuni casi anti estetiche. Altre limitazioni al posizionamento di dehors sono date dalla zona della città in cui si intende realizzarlo: per esempio, in piazza Duomo il Comune di Milano vieta esplicitamente il posizionamento di questo tipo di verande.
Nel 2019 la normativa nazionale ha stabilito che i dehors devono essere stagionali, leggeri e rimovibili
Le scelte dei vari Comuni lombardi dipendono da leggi regionali e statali differenti entro le quali i singoli sindaci possono muoversi con un certo margine di autonomia ma rispettando sempre i limiti normativi imposti che devono tenere conto anche dei piani di governo del terrtorio. Limiti che sono indicati nella legge 160 del 2019, una puntualizzazione di un’indicazione normativa più datata, ovvero la risoluzione del 28 luglio 2021. L’articolo 1 della legge 160 del 2019, ai commi che vanno dall’816 all’836 stabilisce che è previsto un canone per l’occupazione del suolo pubblico ma che la concessione non può diventare un diritto permanente. Insomma, gli spazi occupati dai dehors restano pubblici, la concessione o autorizzazione deve essere rilasciata dal Comune ed è temporanea e revocabile e le strutture che costituiscono i dehors devono essere stagionali, dunque leggere e rimovibili. Ed è in ottemperanza a queste indicazioni che la giunta Rapinese dice di voler agire con le modifiche al regolamento presentate in aula questa settimana.
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