I leghisti ticinesi contro i nostri medici: «È un’invasione»

La polemica II partito svizzero attacca il numero di camici bianchi provenienti dall’Italia: «Troppi anche i veterinari»

Como

La Lega dei Ticinesi, attraverso la cassa di risonanza del “Mattino della Domenica”, è tornata ad accendere i riflettori sui medici italiani (ma non solo) occupati nella sanità del vicino Cantone. “Mille medici stranieri in più in soli dieci anni in Ticino”, il titolo a tutta pagina attraverso cui è stata rispolverata una vecchia polemica legata alla presenza di medici, ma anche infermieri nella sanità del vicino Cantone, i cui relativi permessi “G” - ad eccezione dell’ultimo trimestre - sono in costante ascesa ormai da anni.

«Come mai il numero dei medici nel nostro Cantone è aumentato di oltre mille unità (in dieci anni)? - si legge sul domenicale leghista - Semplice, perché grazie alla libera circolazione delle persone sono venuti a insediarsi in Ticino oltre mille nuovi medici stranieri in più». A conferma di questa tesi il “Mattino della Domenica” ha fornito i numeri dei medici con diploma estero riconosciuto dall’Ufficio federale della Sanità pubblica, che a fine 2014 erano 526, mentre alla fine del 2024 erano ben 1555. «Un’autentica esplosione - ha rimarcato il “Mattino della Domenica” - che non trova giustificazione se non nella facilità con la quale chiunque può insediarsi in Svizzera e mettersi a fatturare a carico delle casse malati».

Nell’invettiva, la cui eco ha subito valicato i confini cantonale, la Lega dei Ticinesi ha inserito anche «dentisti e veterinari», confermando che «l’invasione dei diplomati esteri non si limita ai soli medici». Questo perché «lo stesso fenomeno si riscontra anche tra i dentisti, che nell’arco di un decennio sono passati da 379 a 491. Un aumento imputabile unicamente all’arrivo dei dentisti con diploma estero, che sono cresciuti da 177 a 293. Per contro il numero dei dentisti ticinesi è rimasto sostanzialmente stabile». Analogo discorso per i veterinari, considerato che «gli 88 nuovi veterinari ammessi al libero esercizio negli ultimi tre anni, la quasi totalità (79) è in possesso di un diploma conseguito all’estero». E nel novero dei “nuovi arrivati” non potevano mancare anche i farmacisti, 21 su 39 quelli provenienti dall’estero ammessi al libero esercizio negli ultimi due anni. Analogo discorso per psicologi e psicoterapeuti.

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