Pessima la qualità dell’aria
E lo smog trasporta il virus

Dal Pm10 al particolato: impietoso il giudizio di Legambiente. Como da zero in pagella, al pari di Milano, Roma e Palermo. Aumentano i rischi, soprattutto per il coronavirus

Como

Zero in pagella alla voce “qualità dell’aria”. Siamo ultimi in tutta Italia insieme a Milano, Roma, Torino e Palermo. Ne fanno le spese i nostri polmoni e la nostra salute e forse ci guadagna il Covid.

Legambiente ha analizzato i dati dal 2014 al 2018 alla vigilia dell’entrata in vigore delle misure di riduzione dell’inquinamento atmosferico. La pagella è stata stilata valutando il pm10 e il particolato più fine, cioè il pm2,5, come pure il biossido di azoto, numeri poi confrontati con i limiti suggeriti dall’Organizzazione mondiale della Salute. Ecco il risultato su 97 città italiane: «Fanalini di coda le città di Torino, Roma, Palermo, Milano e Como - recita il rapporto di Legambiente - con voto uguale a zero. Perché nei cinque anni considerati non hanno mai rispettato nemmeno per uno solo dei limiti posti a tutela della salute previsti dall’Oms».

Como bocciata su tutta la linea. Ha preso 9 Sassari, 8 Macerata, 7 città come Enna, Campobasso, Catanzaro, Nuoro, Verbania, Grosseto e Viterbo.

Nel Belpaese comunque solo il 15% delle città raggiunge la sufficienza. Le auto e il traffico su gomma secondo lo studio sono i maggiori responsabili. Salvo le aree industriali e portuali importanti con quantitativi di emissioni che possono incidere e che comunque non riguardano il Comasco. Il maggior contributo all’inquinamento nella nostra città è dato dai tubi di scappamento, nella provincia salgono percentualmente le emissioni dovute alle fonti di riscaldamento.

L’area Padana non respira. Le regioni italiane che maggiormente risentono dell’inquinamento atmosferico nel periodo invernale sono Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto. Vengono quindi prese in considerazione le misure anti smog. «Poco coraggio. In sintesi, è questa la parola che caratterizza le scelte fatte dalle Regioni dell’area padana che hanno preferito rimandare all’anno nuovo il blocco alla circolazione dei mezzi più vecchi e inquinanti Euro4 che sarebbe dovuto scattare dal prossimo primo ottobre nelle città sopra i 30mila abitanti. Una mancanza di coraggio basato sulla scusa della sicurezza degli spostamenti con i mezzi privati e non pubblici in tempi di Covid o sulla base della compensazione delle emissioni inquinanti grazie alla strutturazione dello smart working per i dipendenti pubblici».

Altro che zero emissioni, la parentesi dedicata alla Lombardia è ampia e non si risparmiano le critiche. Si propongono anzi soluzioni alternative per il trasporto pubblico e privato. Il periodo del lockdown ha dimostrato quanto le emissioni dipendano dai comportanti umani, senza pendolarismo l’aria è migliorata moltissimo, ancora oggi sono visibili gli effetti. E sebbene a Como le centraline a settembre abbiano rilevato poco particolato nell’aria il biossido sta già aumentando dalla metà del mese ad oggi. La qualità dell’aria si traduce come detto in salute. «La conseguenza invece del mancato rispetto dei limiti ha portato alla stima di 568 decessi in più per la sola città di Milano a causa dell’esposizione fuorilegge al biossido di azoto per un solo anno».n 

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