San Siro: donna morsicata dal cinghiale che stava morendo

È accaduto nella frazione di Soriano: una turista tedesca di 64 anni ferita alla mano. La polizia provinciale: «Mai toccare un animale malato»

San Siro

Stavolta il cinghiale ha attaccato l’uomo, ma c’è una spiegazione. E’ accaduto l’altro giorno a Soriano, frazione di San Siro, e la persona ferita, una donna tedesca di 64 anni, è stata accompagnata in ospedale a Menaggio, dove le sono stati praticati alcuni punti di sutura a una mano ed è stata trattata anche contro eventuali infezioni.

Il cinghiale era stato notato a bordo strada sofferente, poi si è trascinato all’interno del borgo. Dinanzi alla persona che le si avvicinava si è sentito minacciato e, dopo aver radunato le forze residue, l’ha addentata. Ed è andata tutto sommato bene, perché il morso di un cinghiale è in grado di provocare conseguenze ben peggiori di una semplice ferita. «La ferita era molto sporca – riferisce il comandante della polizia provinciale, Marco Testa – Al di là del fatto che fosse abbastanza profonda, abbiamo ritenuto d’obbligo accompagnare la paziente in ospedale per il rischio di eventuali infezioni».

«Il cinghiale, nel caso specifico, dev’essere caduto su terreno scosceso subendo traumi irreparabili – prosegue Testa – In quello stato si è sentito ancora più minacciato dalla mano dell’uomo che si avvicinava. E’ bene ribadire che non bisogna mai toccare un animale selvatico, anche se sofferente. Occorre avvisare la polizia provinciale, componendo eventualmente il 112 se risulta più facile, con la chiamata che viene poi dirottata su di noi».

Il cinghiale, poi abbattuto, è stato sottoposto non solo al test della peste suina, come succede per ogni capo, ma anche a ogni esame sulle malattie trasmissibili all’uomo, risultando in tutti casi negativo. Un impegno e una spesa in più, insomma, a tutela della persona morsicata.

Due casi di cuccioli di cervo raccolti nei giorni scorsi dall’uomo forniscono lo spunto alla polizia provinciale per una raccomandazione più generale: «Prima nella riserva Lago di Piano e poi tra Gravedona e Dosso del Liro c’è chi ha raccolto dei cerbiatti in maniera sconsiderata – osserva ancora Marco Testa – Nel primo caso l’animale è stato portato addirittura da un medico di base a Piano Porlezza, nel secondo, dopo averlo tenuto in casa due giorni, chi l’aveva raccolto si è reso conto che non era in grado di gestirlo e ha cercato di piazzarli in Valtellina».

Alla fine i due cerbiatti sono stati riportati dov’erano stati raccolti e, grazie a tutti gli accorgimenti adottati dagli esperti, sono stati per fortuna ripresi dalle rispettive madri. «Direi che è quasi un miracolo – commenta Testa – Raccomando ancora di non avvicinare mai animali selvatici feriti e nemmeno cuccioli che sembrano soli. Una carezza, per loro, è una tortura ed è sempre bene rivolgersi a chi è competente in materia. Sono previste sanzioni per chi raccoglie cuccioli di qualsiasi specie selvatica e, in caso di loro morte, anche un’ulteriore multa di mille euro».

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