
Cronaca / Como città
Lunedì 08 Settembre 2025
«Scuole, non c’è solo il centro. Quanti errori nei quartieri»
La polemica «Altri istituti chiudono, i disagi maggiori sono in periferia». Da Ponte Chiasso a via Montelungo, la rabbia dei genitori contro il sindaco
Como
«Non dimenticatevi delle altre scuole: non sarà solo la Corridoni a chiudere e altre hanno già chiuso». L’appello è stato lanciato al microfono del presidio organizzato sabato mattina nel cortile del plesso di via Sinigaglia da due voci distinte, ma con obiettivi molto simili. Vittorio Mottola, che ha preso la parola per riportare alla luce la vicenda della primaria di Ponte Chiasso, la “De Calboli” di via Brogeda, la cui chiusura, prevista per l’anno prossimo, era stata annunciata già nella riorganizzazione della rete scolastica dell’anno scorso e confermata questo settembre.
Ripartire dalle periferie
«Se si deve fare un discorso di razionalizzazione, bisogna ripartire dalle periferie perché il disagio maggiore non ce l’ha il centro città ma le periferie. Il richiamo è di tutti: dal presidente della Repubblica al vescovo di Como alle unità sindacali in tanti hanno ribadito che le periferie della città sono il fulcro della sopravvivenza di una città. Oggi la città si sta spopolando, se bisogna fare un discorso sulle scuole bisogna farlo insieme: dalle periferie al centro, in modo organico» ha detto Mottola sabato mattina. Preoccupazioni cui Simone Molteni, presidente del consiglio d’istituto Como-Borgovico, ha risposto con la rassicurazione che il tavolo che si intende chiedere al Comune riguarderà e coinvolgerà tutti gli istituti comprensivi della città, dal centro alle periferie.
Il tema delle periferie in realtà era stato evidenziato già anche dall’amministrazione comunale nel documento in cui si parla delle novità previste per i prossimi anni nell’organizzazione della rete scolastica. E lì la chiusura della scuola di Ponte Chiasso è messa in stretta relazione alla chiusura del plesso di via Sinigaglia proprio in questi termini. «Al fine di definire in modo omogeneo la distribuzione delle strutture all’interno del territorio comunale evitando di incidere ulteriormente ed esclusivamente sul territorio della periferia – ha dichiarato la giunta – si ritiene opportuno chiudere l’edificio di via Sinigaglia e procedere al parziale, almeno per quattro classi, ricollocamento della relativa popolazione scolastica nella scuola secondaria di primo grado “Foscolo”, e delle restanti classi all’interno di qualunque plesso a disposizione dell’Istituto Comprensivo Como Borgovico che gli organi competenti riterranno opportuno».
Via Montelungo
Una contrapposizione centro-periferia che è emersa anche da un altro intervento di sabato mattina, quello di David Zampieri, genitore e rappresentate di un gruppo di genitori della scuola dell’infanzia di Salita Cappuccini e della scuola primaria Vacchi di via Montelungo, altri due plessi per cui la giunta Rapinese ha previsto modifiche tramite un accorpamento della prima alla seconda.
«Vengono scontentate entrambe – ha detto – l’asilo per l’annunciata chiusura e la seconda per l’accorpamento che, oltre a ridurre gli spazi a disposizione, produrrebbe situazioni di forte disagio legate alla tranquillità e vivibilità dell’istituto ed anche alla viabilità». Zampieri infatti ha sottolineato come questa situazione potrebbe arrecare danni sia a studenti e famiglie che ai residenti della zona. «Per esempio si è accennato ad una variante, che asfalterebbe parte di quella area boschiva che ad oggi dà il nome alternativo di “scuola nel bosco” alla Vacchi di via Montelungo».
Un’altra critica mossa dai genitori di Salita Cappuccini e via Montelungo è quella relativa al venire meno della funzionalità dell’ambiente scuola: con l’accorpamento, secondo i genitori, verrebbe meno il comfort degli studenti dal momento che la struttura di via Montelungo non è pensata per bambini tra i 3 e i 6 anni. Un esempio? “«C’è il rischio – dice Zampieri - che i più piccoli non riescano nemmeno a vedere fuori delle finestre, a meno di un investimento milionario. Ma la cifra stanziata a cui ha accennato il signor sindaco non è milionaria».
I genitori delle due scuole hanno anche osservato che la manutenzione richiesta dalla scuola di Salita Cappuccini, per sistemare il tetto, ammonterebbe ad un valore inferiore o uguale a quello di adattamento di via Montelungo. «Di progetti però al momento non se ne sono visti. Riteniamo legittimo e sensato, in base ad una serie di ragionamenti, supporre che non ci possa essere pronto granché» raccontano. E anche nel loro caso i calcoli effettuati dal Comune sembrano tutt’altro che corretti: «Si sbandiera l’inverno demografico e ipotetici cali di iscrizioni ma chi abita il nostro quartiere sta assistendo ad un ricambio generazionale che porta giovani coppie e giovani famiglie con bambini in età da asilo e prossimi ad essa. Alla Vacchi per esempio tra pochi giorni inizieranno due sezioni di prima. Mentre solitamente è una sola». E ancora, come osservato per la Corridoni: «Non si considera mai il fatto che proprio quelle aule vuote vengono già utilizzate per fare lezione ai bimbi con bisogni particolari o disabilità. Quindi quelle aule in realtà sono già piene e sono fondamentali».
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