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Martedì 15 Luglio 2025
«Io posso dire di avere battuto Sinner»
Tennis È “Jannik mania” anche sul Lario ed è più che naturale, vista l’impresa del campione azzurro a Wimbledon. Arnaboldi, ex giocatore ora commentatore vinse a Barletta nel 2019: «Sono uno dei pochi italiani ad averlo fatto»
como
Un successo di dimensioni planetarie, con ricadute anche nel locale. Jannik Sinner ha trionfato a Wimbledon, battendo Carlos Alcaraz in quattro set. È il primo italiano nella storia del torneo ad aver alzato la famosa “insalatiera”, esaltando un’intera nazione. Negli anni, il giovane altoatesino ha contribuito, con le sue imprese – a soli 23 anni ha già vinto quattro Slam e due Davis – ha fatto appassionare migliaia di ragazzini al tennis. E ha risvegliato la passione nel pubblico più anziano.
Le sfide con Federico
A Como, c’è chi lo conosce bene. Federico Arnaboldi, di un anno più grande, lo ha affrontato anni fa nei campionati giovanili.
Il cugino Andrea, ritiratosi un anno fa e suo allenatore, lo ha anche battuto, nel 2019, al torneo di Barletta: «Posso dire di essere stato uno dei pochi italiani ad averlo battuto – scherza il coach, da un anno commentatore di tennis per Sky -: ha dimostrato di essere ripartito alla grande dopo la finale persa al Roland Garros e dopo Alle, dove l’avevo visto giù di tono».
Wimbledon ha risvegliato il leone: «Non ha fatto un gran torneo, ma il ritiro di Dimitrov l’ha fatto svoltare. È tornato il grande Sinner che tutti conosciamo: domenica si è rivisto il numero uno del mondo».
Se Sinner gira al meglio, ha pochi rivali: «Se lui è centrato, anche per un grande campione come Alcaraz è dura», ha concluso l’ex tennista.
«Quando ci ricapita uno forte così?». È la domanda che si fa Paolo Carobbio, direttore tecnico del Tennis Como. Anche lui è rimasto impressionato da Sinner a Wimbledon: «Spero ce ne siano anche altri in futuro come lui. Ma lui è unico: ha vinto gli Australian Open, ha avuto tre match point a Parigi e si è preso la rivincita su Alcaraz a Wimbledon».
Il segreto di questa vittoria? «Rispetto al Roland Garros, sull’erba doveva fare tre-quattro scambi in meno a punto: è arrivato in fondo più lucido. Sull’erba il gioco è tutto più veloce, è una superficie che gli si addice di più».
Cosa rende Sinner speciale? Per Carobbio è soprattutto la testa: «Ha gestito in maniera perfetta tutta la questione del doping. Impressiona poi la semplicità con cui gestisce la quotidianità: ormai è una star planetaria, ha sempre l’atteggiamento giusto. Mi sembra lo stesso visto a Como quando aveva 15 anni, sebbene il mondo intorno a lui si cambiato del tutto. Ora speriamo di trovare qualche suo erede al nostro Challenger di Como».
I campioni come Sinner sono un traino per tutto il movimento. Lo certificano i numeri e la passione rinata, ormai da qualche anno, per il tennis.
La conferma arriva da Walter Schmidinger, vicepresidente del Comitato regionale e delegato Fitp di Como: «Le scuole tennis sono piene, sul territorio ci sono circa 160 tornei, i tornei giovanili funzionano e sono pieni di iscritti: non c’è dubbio, l’”effetto Sinner” c’è e si sente a tutti i livelli».
«È stata emozionante»
Per il dirigente comasco, la finale di Wimbledon è stata un capolavoro: «È stata emozionante e lui ha confermato di essere un campione, capace di mettersi alle spalle le difficoltà degli ultimi mesi. Lui immenso, ha dato una spinta al nostro tennis, come non era mai successo in precedenza. In pochi anni, è riuscito a superare le icone passate del tennis italiano. Inimitabile».
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