Mentalità Fabregas, gioca chi merita. Non si fanno regali

Nessun esperimento neanche ieri a Verona e in presenza di un obiettivo già centrato

Niente sconti, men che meno regali. Qui gioca chi merita, come dice sempre il mister. Al di là della situazione che è tanto rosea che più rosea non si più. Questione di mentalità, mentalità Fabregas. Hombre vertical, direbbero al suo Paese.

La conferma anche a Verona. Se non sono titolarissimi quelli del Como, poco ci manca. Così come pochi sono i cambi. Rispetto al passato, con una rotazione tra quattordici/quindici giocatori, ieri al Bentegodi s’è rivisto Van Der Brempt, colonna dei primi periodi. Poi, tra infortuni e scelte tecniche, ecco la sua fascia destra passare prima a Smolcic e quindi a Vojvoda.

Ma sempre stato nei pensieri di Cesc, che già nelle ultime uscite era tornato a fargli respirare il profumo dell’erba tagliata del campo verde. Fino al definitivo ripescaggio di ieri. Servito, dunque, chi si aspettava dal Como i salti (di formazione) di fine stagione. C’è un obiettivo (il decimo posto) da raggiungere? Allora spazio alla formazione migliore. C’è un processo di crescita da coltivare giornata dopo giornata? Dentro i giocatori che stanno meglio e danno maggiore fiducia.

Siano Cutrone o Douvikas poco conta: se si gioca con la punta vera, lì davanti, tocca a uno di loro. Va sostenuto con il gioco e gli assist, quell’attaccante? Allora che si ricorra a un modulo o all’altro, Strefezza o Ikonè, giusto per non far nomi, al tecnico spagnolo danno le stesse garanzie. Così come Perrone, Caqueret e Da Cunha sono il massimo per pensare alla linea di centrocampo a tre o due giocatori.

Quando si pensa, insomma, che contino più gli uomini dello schema. Fabregas è la prova vivente: pratica il buon senso, tramanda le regole del bel gioco del calcio. Per Dele Alli (ieri malato), Azon e compagnia ci sarà spazio di entrare nei radar del tecnico.

Ma a una sola condizione: essere pronti e mentalizzati nel fare ciò che lui chiede. La più grande differenza tra la rosa del primo Como 2024/25 e l’attuale è proprio questa: giocatori a fuoco con il Cesc pensiero, perché solo così si cresce, ovvero seguendo il guru che insegnava calcio già quando indossava gli scarpini.

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