Suwarso guarda al futuro: «Fabregas sceglierà il suo successore»

Il presidente del Como: «Chiedo spesso a Cesc di pensare già a chi potrebbe sostituirlo in panchina»

Como

Operazione futuro. Parole d’ordine per uno come Mirwan Suwarso, presidente del Como che ogni qual volta rilascia delle dichiarazioni tiene sempre a sottolineare l’importanza del progetto lariano in chiave futuribile, per l’appunto. In una lunga intervista realizzata da Sky Sport, il numero uno del club ha parlato a ruota libera su come potranno svilupparsi i prossimi anni, a partire proprio da chi siederà in panchina.

Ad oggi Fabregas ha un contratto quadriennale con il Como, valido fino a giugno 2028 e gode di uno status di azionista di minoranza del Club: «Ho chiesto a Fabregas di pensare già a chi potrebbe sostituirlo un giorno. Non perché voglio che se ne vada, ma per essere pronti nel caso accada qualcosa di imprevisto. È lo stesso che sto facendo io: scelgo e formo chi potrà prendere il mio posto. Ogni direttore del club deve fare lo stesso. È importante non dipendere da una sola persona. Anche chi ci ha portato fin qui deve aiutarci a capire come proseguire anche senza di lui. Quindi chiedo sempre a Cesc: “Hai visto qualcuno di interessante? Qualcuno che potresti formare?”».

Profitti

Uno degli aspetti fondamentali del Como di Suwarso non riguarda solo i risultati sul campo, ma anche il lato economico: «Il mio obiettivo è fare dei profitti. Ed è molto più difficile di quanto sembri. Spendere soldi è facile, ma per ogni dollaro speso dobbiamo recuperarne uno. Quindi il mio lavoro diventa sempre più duro. Vogliamo che Como diventi un brand in grado di generare ricavi indipendentemente dai risultati sul campo».

Hartono

Vanno in questa direzione dunque le iniziative del club che hanno portato diverse celebrità in tribuna a Como, ma anche le partnership con marchi importanti e strategie di comunicazione sempre innovative.

Tutto in linea con la richiesta dei proprietari del Como, la famiglia Hartono: «Il calcio è diverso da qualsiasi altro business. Ogni promozione è come una nuova startup: da Serie D a C, da C a B, e da B ad A. I costi aumentano enormemente e bisogna ricominciare da capo. Quindi, anche se gestiamo il Como da sei anni, in realtà l’attività in Serie A ha solo un anno di vita. Gli investitori lo sanno e azzerano le aspettative a ogni salto di categoria. Gli Hartono sono felici, coinvolti e seguono le partite, anche alle due di notte in Indonesia. Dopo ogni vittoria mi scrivono».

Stadio

Tra i vari progetti futuri, tiene banco la questione stadio, che sembra essere meno semplice del previsto: «Stiamo ancora discutendo. Dobbiamo adeguarci alle raccomandazioni della Soprintendenza e rivedere i piani finanziari. Ma onestamente sta richiedendo molto tempo. In ogni caso, non è sullo stadio che prevediamo di ottenere i maggiori ricavi. La nostra priorità ora è la crescita del marchio: il retail, il merchandising. Como è una città piccola, 85.000 abitanti, e lo stadio sarà da 15-17.000 posti. Quindi dobbiamo guardare all’estero. E già ora circa il 40% delle vendite retail proviene dall’estero. Vogliamo far crescere ancora questa percentuale».

Status

Insomma, il Como ha cambiato status, rincorre prospettive internazionali sempre maggiori. Le aspettative sono alte, ma il percorso non è stato sempre semplice.

«Non posso dimenticare la nostra partita d’esordio l’anno scorso contro la Juventus a Torino. Fummo fortunati a perdere solo 3-0: poteva finire 4, 5 o 6-0. Poi andammo a Cagliari e pareggiammo 1-1, e contro l’Udinese perdemmo 1-0. La sensazione era molto diversa: affrontare squadre come Cagliari e Udinese era come dire ‘Wow, li guardavamo in TV, sono grandi squadre’. Ora invece vengono qui e si difendono contro di noi. E noi ci chiediamo: “Aspettate, ma noi siamo la piccola!”. Ma è un segno di rispetto ed è un onore essere in questa posizione. Sono passati meno di due anni dal nostro ritorno in Serie A. È un nuovo passo per noi, una nuova sfida da affrontare. Per Cesc è un nuovo problema da risolvere, ma ho piena fiducia in lui e nel suo staff. E anche se non dovessimo riuscirci, fa parte della vita, fa parte del calcio. Non abbiamo mai detto che avremmo vinto il campionato o che saremmo andati in Europa quest’anno o il prossimo. Siamo qui per imparare, per crescere. E come dice Fabregas, dobbiamo imparare a goderci questo viaggio insieme, come tifosi e come persone che lavorano nel club».

La trasferta a Perth

Ancora d’attualità invece la questione legata alla trasferta di Perth, in programma a febbraio: «Credo che la situazione sia ancora quella: la Serie A sta aspettando l’ok da FIFA e dalla Federazione asiatica. Noi supportiamo la Lega: pensiamo sia un bene per il campionato. Il calcio è un business, ma la pressione è enorme. E sopravvivere mantenendo lucidità è difficile, ma mi ha fatto crescere. Non so cosa lasceremo in Italia. Qui c’è un grande rispetto per la tradizione, e cerchiamo di onorarlo. Non vogliamo cambiare, ma far progredire, rispettando il passato. L’equilibrio tra eredità, tradizione e crescita è la lezione più grande. E credo che l’Italia dovrebbe valorizzare ancora di più la propria autenticità e portarla nel mondo, per far tornare il calcio italiano ai livelli degli anni ’90”».

Infine, per i tifosi che hanno manifestato la necessità di acquistare un attaccante che possa consentire al Como di fare quel salto che garantirebbe risultati ancora migliori, Suwarso spiega: «Non dovete aspettarvi nuovi acquisti a gennaio. Forse per la prima volta il Como non comprerà nessuno. Arriverà solo Törnqvist, con cui abbiamo già firmato in estate. A parte questo, niente. A meno che non ci siano emergenze. Ma nei piani, è zero».

L’intervista integrale al presidente Suwarso è disponibile sul sito di Sky Sport Inside.

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