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Mercoledì 08 Ottobre 2025
Vergogna! Un’analisi sulla follia del Como a Perth
Commenti Reazione rabbiosa dei tifosi sui social per il via libera della Uefa a disputare la gara oltreoceano. Dopo amichevoli in America e Supercoppa in Arabia, nuovo capitolo di un calcio sempre più legato al business

Como
Sanguinano gli occhi di tutti i tifosi, non solo quelli di milanisti e comaschi. Ci eravamo illusi tutti. Sì, ci eravamo illusi che un barlume di decenza potesse ancora resistere nel calcio dei palloni nelle teche dopo ogni gol.
Non bastavano le amichevoli estive in America e Asia, quelle dove le partite finiscono 6-5 e anche se non si pareggia ci sono i rigori, perché danno quel tocco in più di brio a quei tifosi(?) che indossano le sciarpe di entrambe le squadre e, tra un hot dog e l’altro, si ricordano di esultare quando la palla tocca la rete. Non bastava nemmeno la Supercoppa a Riad, in stadi semivuoti con pubblico figurante formato da piccoli innocenti a cui viene fatta indossare a forza una maglietta per farli festeggiare a comando, mentre dall’alto delle tribune, in quelle poltrone che definirle pacchiane è fare un complimento, i papponi arabi affiancati dal presidente della Lega osservano lo spettacolo(??).
Soldi
Ma tant’è, Milan-Como si giocherà a Perth, in Australia, con tutta probabilità domenica 8 febbraio. E chissà quando decideranno di partire le squadre per spararsi un bel giorno intero di volo e fare 14mila chilometri all’andata e altrettanti al ritorno.
Voleranno tutti sullo stesso aereo? Allegri e Fabregas faranno la riunione tecnica tra uno scalo e l’altro? Si fa del gran parlare sulle squadre impegnate in settimana nelle sfide europee, chiamate a giocare il venerdì o il lunedì successivo per poter riposare un giorno in più, ma se si tratta di esportare il clamoroso marchio del calcio italiano oltreoceano allora mani in alto e via libera (intanto la Nazionale non presenzia a un mondiale da 11 anni, e non tira aria buona nemmeno per il prossimo, ma vabbè). Comandano i soldi, lo sappiamo. E, udite udite, Milan e Como otterranno da questo giochetto niente di meno di 12 milioni di euro, di cui una parte a copertura dei costi di viaggi o soggiorno.
Ma di questi la fetta maggiore andrà ai rossoneri, che ovviamente non riceveranno l’incasso di San Siro. E quei poveri scalmanati che pensavano di fare l’abbonamento per vedere tutte le partite in casa? Riceveranno un bel voucher spendibile per un’altra partita. Davvero geniale. I tifosi del Como invece si mettano il cuore in pace, la trasferta del Meazza potranno godersela solo contro l’Inter il prossimo 6 dicembre.
Sui social
I commenti sui social di questi ultimi sono godibilissimi, come un crodino di tardo pomeriggio in primavera: “Io prenderei una Playstation 5 e farei giocare i due allenatori, così è più attrattivo”, “Peccato in Australia! Mi dicono che in questo periodo la Patagonia sia bellissima”, “Chi ha preso questa decisione meriterebbe l’esilio in Alaska”, “Perché non in Palestina o in Ucraina? Così si fa un po’ di solidarietà”, “Andate sulla Luna e chiamiamola Super Luna, risparmiamo sull’illuminazione!”.
Non ci resta che ridere o piangere, in questi casi non fa differenza. Eppure, cari tifosi, non rassegnatevi. Vi diranno che è giunto il tempo di raccogliere i cimeli e abbandonare i riti collettivi. Vi diranno che la visibilità, il brand, l’internazionalizzazione del club sono più importanti di qualsiasi altra cosa. Vi diranno che queste sono le semplici conseguenze di un mondo globalizzato e che bisogna un po’ adattarsi e viverla come un’occasione.
Ma la verità è che senza gli striscioni, il calore, le bandiere, i cori, le braccia sulla ringhiera i risultati della squadra vengono meno. Lo sanno perfettamente i club come lo sanno le istituzioni. Oggi piangono i tifosi, domani chissà.
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