Cairoli: «Io come in formula 1, me lo meritavo»

Il pilota comasco della Lamborghini: ««Aspettavo questo momento, è una svolta. La mia fidanzata meccanica»

Uno che ce l’ha fatta. Matteo Cairoli ha lavorato, corso, vinto per dieci anni inseguendo il sogno di correre, un giorno, nella categoria top dell’automobilismo a ruote coperte. E adesso ha coronato il suo sogno. Ha firmato con la Lamborghini per disputare la serie Imsa (americana) con il prototipo LMHD. Di più non c’è. La Formula 1 delle ruote coperte. Lamborghini debutta nella top class con una macchina nel Wec (il mondiale) per Kyviat, Bortolotti e Mortara; e una nel campionato americano per Cairoli, Grosjean e Caldarelli. Sì, Grosjean, l’ex pilota di F1, scampato al terribile incidente di Bahrein 2021 e oggi in Indycar. A 27 anni, arriva una tappa fondamentale della carriera di Matteo.

Contento?

Contento e concentrato. Ma è sicuramente una tappa importante della mia carriera. Una svolta.

Come essere in Formula 1.

La Formula 1, il Wec e l’Indy Car sono i tre campionati top dell’automobilismo in pista. Farne parte mi riempie di orgoglio.

Hai provato la nuova Lamborghini che userai in gara a Sebring a metà marzo.

Una maniera diversa di guidare rispetto a come ero abituato. Qui ci sono 700 cavalli, devi stare molto attento con le gomme fredde, perché arriva il colpo di frusta. Sollecita il corpo, specialmente il collo ed è per questo che mi sto allenando molto in palestra. Ma l’aspetto più nuovo e più difficile per me è la gestione elettronica sul volante. Può succedere che ti chiedano di cambiare mappature più volte in un giro, e devi prendere confidenza.

Sarai in macchina con Romain Grosjean, che in Formula 1 era velocissimo e continua ad essere un buon pilota.

Qui trovi freschi ex piloti di F1. Il livello è alto. All’inizio dei test mi dava consigli anche banali, come se fossi un principiante. Ed è normale, vista la sua esperienza. “Ce la fai a partire?”, mi ha chiesto a un certo punto. Ma poi nei test sono andato più forte io e allora ha capito di avere accanto un pilota che non avrà la sua esperienza, ma ci può stare. Averlo accanto è una opportunità per imparare. Ma mi piacerebbe essere il più veloce dei tre al volante.

Hai corso per dieci anni con la Porsche nel GT. Forse sognavi di avere una chance con loro, su queste vetture?

Sì, non lo nego. E credo anche che me lo sarei meritato. Invece non ho fatto neppure un test, Chiariamo subito: Porsche resterà sempre nel mio cuore, è un marchio cui resterò sempre legatissimo. Ma meritavo una chance. È arrivata con Lamborghini. E l’ho presa al volo.

In questi dieci anni di Porsche, metti in bacheca tre cose. Il podio della tua esperienza lì.

Ci provo. La vittoria alla 24 Ore del Nurburgring, perché è un circuito terribile, micidiale e vincere lì è come una tesi di laurea. Poi direi la SuperCup, quando correvo la mattina dei Gp. Ho perso il campionato per un cavetto da due lire. Ma ricordo il successo a Montecarlo, quando nella notte mi hanno distrutto la vettura parcheggiata sotto l’hotel a Nizza e non sapevo nemmeno se sarei riuscito ad arrivare al circuito. Poi metto l’esperienza a Macao, una pista pazzesca. Ci voglio tornare assolutamente.

I tuoi compagni di auto ti hanno fatto perdere tante corse...

Non dirmelo. Una volta un giapponese non ha avuto nemmeno il coraggio di tornare ai box dopo un incidente e ha lasciato il circuito. Ho ottenuto tanti secondi posti in campionato, e spesso ho dovuto recuperare il terreno perso. Non farmici ripensare.

Sei fidanzato con Jona, una ragazza-meccanico spagnola.

Che fenomeno. Era il meccanico della mia macchina. Bravissima. Ci siamo messi insieme un anno fa. E forse presto verrà ad abitare con me a Como.

Dimenticata la Formula?

Ora penso a questa nuova avventura. Siamo una squadra debuttante e all’inizio sarà dura. Dovremo migliorare. Per la F1 ormai la strada è chiusa. Magari in futuro, se arrivasse una chance in Indy... Ma adesso il mio pensiero è qui.

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