Cantù, Lavori in corso al bivio: rilancio o sparire

Politica Prima l’addio di Latorraca, poi Bizzozero, quindi Di Febo. Tanti della prima ora se ne sono andati. Ora anche Pavesi e Molteni si interrogano. Un futuro pieno di incognite a un anno dalle elezioni

Quando Alessandro Rapinese è stato eletto sindaco di Como, l’anno scorso, ha dichiarato di essere stato il primo a mettere in minoranza i partiti tradizionali, sindaco civico per davvero. Ma in realtà qualcuno c’era riuscito con dieci anni esatti d’anticipo a Cantù, Lavori in Corso, che spedì all’opposizione la Lega dopo oltre vent’anni.

Una realtà riconoscibile, fortemente connotata da una forte eterogeneità al proprio interno, capace di mettere insieme, letteralmente, simpatizzanti della sinistra molto a sinistra del Pd e ammiratori di Giorgia Meloni. Con un richiamo costante alla partecipazione e un rifiuto netto per i partiti. Che, il monito del fondatore e sindaco in quella stagione, Claudio Bizzozero, oggi lontano dalla politica canturina, va assolutamente preservato: «Secondo me lo spazio politico per Lavori in Corso c’è ancora e anche maggiore di quando siamo partiti». Lo spazio per una civica, «una civica vera, che non sia una foglia di fico per i partiti».

“Rugiada” cerca nuova identità

Oggi però quella pagina, vincente e anche molto faticosa, pare lontana. Gli addii sono stati tanti, e non è detto che siano finiti qua. La componente più giovane e vivace, la lista sorella di Cantù Rugiada, deve trovare una nuova identità, dato che non può più rappresentare i giovani under 25, come fece al suo formidabile esordio. E, in vista delle amministrative del prossimo anno, tornano a farsi avanti le ipotesi di fare fronte comune, con le altre opposizioni. Proposta che è sempre stata considerata indecente da chi mai s’è voluto dire né di destra né di sinistra. Il rischio, quindi, è di perdere rilevanza e veder confluire i propri esponenti ed elettori in altre formazioni.

Oppure, l’altra prospettiva, trovare nuove forze e stimoli. A smuovere le acque, da questo punto di vista, è stato l’appello trasversale lanciato da Sergio Marelli a tutti i partiti, soprattutto a quello in massima crescita, il partito del non voto. Tra i primi firmatari, qualche nome vicino a Lavori in Corso s’è colto. Ma al momento non si sa se e come questo movimento potrà concretizzarsi. Oggi in consiglio comunale, per la civica sono rimasti in due.

«Si impone una riflessione»

Uno è Francesco Pavesi, punto di riferimento, impegnato da vent’anni, quando ci entrò per la surroga di Mino Nava: «Ho certamente mantenuto fedeltà all’impegno politico preso. Ho iniziato molto giovane, trovando una realtà che mi ha stimolato e proiettato verso la politica, dandomi tanta fiducia all’origine e poi nell’esperienza amministrativa, che è stata gravosa». Alla domanda se intenda ricandidarsi risponde: «Oggi vivo il mandato con alle spalle anche la fatica di un lungo impegno, che imporrà una riflessione». Lo stesso vale per Roberta Molteni, che gli siede accanto: «Ho iniziato nel 2012, subito da amministratore. Volevo conoscere, credevo molto nel progetto, ed è stata un’esperienza difficoltosa ma bellissima. Per quanto riguarda il futuro, farò le mie riflessioni».

Cantù Rugiada, invece, oggi ha un esponente, Francesco Nava. Perso due anni fa il candidato sindaco Paolo Di Febo, che ora siede nell’assemblea da indipendente, per visioni politiche differenti.

Sempre in opposizione, invece, siede Vincenzo Latoirraca, ex esponente di punta della civica, che si dimise dalla giunta per inconciliabilità di vedute con Bizzozero nel 2014 e quattro anni fa è stato il candidato sindaco della coalizione di centrosinistra.

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